MARCO PICCOLO

RIFLESSIONI, CONSIDERAZIONI, OPINIONI, PENSIERI, IDEE, SUGGESTIONI.....PER UN NUOVO GIORNO


CONSIDERAZIONI DELLA SERAIL VILLAGGIO GLOBALE HA INGOIATO LA MISURA UMANA. LA CRONACA QUOTIDIANA RIVELA UNA PROVINCIA BRUTALE E VIOLENTA. UN TEMPO IL PICCOLO PAESE GARANTIVA UN SUFFICIENTE CONTROLLO SOCIALE ORA I MOSTRI SI AGGIRANO A BRANCHI, NEL SILENZIO DELLE COSCIENZE
Leggendo  la cronaca che parla di  ragazze stuprate dal branco – anche in piccoli paesi dove tutti si conoscono-  e  di bambini  o di donne  martirizzati in queste ore o in questi ultimi giorni, l'orrore lascia spazio a qualche fredda considerazione, a qualche interrogativo che, anzichè offenderle, nasce dall'interno di una sbigottita pietà. Ti chiedi per esempio - vuole essere una constatazione perplessa, non una condanna - quali rapporti tengano insieme famiglie “normali” e “perbene”, se i genitori scoprono all'improvviso di avere allevato assassini feroci. Simili a quelli visti nei truculenti spettacoli che vengono ammanniti quotidianamente dalla televisione. Bastano le preoccupazioni del lavoro, di una vita sovente convulsa, a spiegare la mancanza di un dialogo, di una confidenza, di una trasmissione di principi morali che si avvalga di severità e insieme di tenerezza? Bastano i soldi, il motorino, il telefono cellulare, il computer, la PlayStation ad assolvere da altre faticose ma necessarie incombenze? Un tempo, il piccolo paese, l'ambiente ristretto garantivano un sufficiente controllo sociale. Il mascalzone, il matto, il pervertito era noto a tutti, sorvegliato per così dire a vista. I bambini, le persone indifese erano avvertite del potenziale pericolo. Oggi, mentre sembrano smarrirsi i confini della asocialità, i mostri si aggirano impunemente, a branchi, nel silenzio delle coscienze. Tendono a scomparire le differenze tra paese e città, tra i quattro tetti domestici, solidali, e gli agglomerati informi del suburbio. Il villaggio globale ha ingoiato il villaggio nucleare, la sua antica misura, umana e civile.