MARCO PICCOLO

RIFLESSIONI, PENSIERI,COMMENTI, OPINIONI, IDEE, SUGGESTIONI, .... PER UN NUOVO GIORNO


LA RIFLESSIONE DELLA SERA Siamo “in equilibrio” con le nostre malattie. In un certo senso, le amiamo. Guarire è un lusso che non possiamo permetterci.
A  guardare le statistiche pare che chi sta male (specialmente i bambini: uno su cinque) sia perché non è amato, o è punito, o ignorato, o sfruttato. Ma quella percentuale di malati-bambini è la stessa che si riscontra (parola dell'attuale ministro) tra gli adulti: dunque, è la società che ammala. I bambini sono come noi, la nostra continuazione: perciò stanno male. Lo scopo della nostra civiltà (di noi europei, noi occidental) non è “avere più salute”, o “avere più felicità”, ma “avere di più”, semplicemente: la salute è uno dei tanti beni che sacrifichiamo per quello scopo. Quarant'anni fa si pensava che questa società ammalante sarebbe entrata in crisi per l'assedio delle società sane, rimaste fuori dal modello occidentale, nevrotico, aggressivo, ossessivo. Sartre diceva ai giovani africani: «Rifiutate il modello europeo». Adorno e tutta la scuola di Francoforte: «La civiltà dei consumi consuma l'uomo». Moravia scappava nel cuore del continente nero più volte all'anno, per «guarire dai mali dell'Europa». E oggi che succede? Gli africani vengono qui da tutto il continente, confessando: «Europa, nostra unica alternativa». Maghrebini e neri corrono qui per «guarire dai mali dell'Africa». Il secondo, terzo e quarto mondo vogliono soltanto una cosa: produrre e consumare come noi. Appena nati i bambini entrano in un ritmo di misurazioni e controlli che sono finalizzati a farli “rendere di più”, prima come bambini, poi come ragazzi, infine come uomini: noi li consideriamo “felici” e “sani” se reggono questo ritmo, e i disturbi e le malattie che il ritmo comporta. Li consideriamo disturbati e bisognosi di cure se escono da questo ritmo, se rifiutano la scuola, o la famiglia, o la religione, o il lavoro, o la casa, insomma anche una sola delle istituzioni che impongono il ritmo e lo mantengono alto, a livello competitivo. I bambini si ammalano perché li amiamo e gli diamo il massimo, e nel massimo c'è tutto questo. Pochi giorni  fa, si è letto sui giornali che ci sono in Italia dieci milioni di sofferenti di disturbi nervosi o psichici, cioè trenta-quaranta per scuola, centinaia in una media azienda, migliaia in una grande... e non sono solo figli della nostra civiltà, nati qui, ma anche figli di altre civiltà, venuti qui: entrando nel nuovo ambiente, ne contraggono i virus, le malattie, e si creano gli anticorpi. Son venuti qui apposta per spartire tutto questo: l'oro che cercano (il cibo, la casa) è chiuso nella ganga di queste malattie. Siamo “in equilibrio” con le nostre malattie. In un certo senso, le amiamo. Guarire è un lusso che non possiamo permetterci.