MARCO PICCOLO

LA SENTENZA - EX CONIUGI, CONDOTTE SESSUALI, CASSAZIONE,


Avances alla ex moglie? Non è reato
Non commette il reato di violenza sessuale il marito separato che «con parole inequivoche e insistenti» chiede alla ex moglie, rivendicandolo, di avere un rapporto sessuale. Lo sottolinea la terza Sezione penale della Cassazione.I fatti si riferiscono a un episodio avvenuto a Firenze : Mario (nome di fantasia) era andato nella casa della ex moglie Maria (nome di fantasia)   per prendere la figlia minore ed esercitare il diritto di visita. L'uomo  era entrato in quella che un tempo era stata la casa coniugale  con la "scusa" di  aiutare  Maria che  stava cucinando il pranzo per la figlia che doveva rientrare da scuola, l'aveva abbracciata affettuosamente «di slancio, pronunciando parole di affetto, desiderio, frustrazione, forse con l'intento di ripristinare l'unità matrimoniale». Maria «con efficacia negò il rapporto e respinse le avances dell'ex marito». Ne nacque una lite nella quale dalle parole si passò agli insulti e Mario venne alle mani schiaffeggiando la ex moglie.La vicenda finì in tribunale. In primo grado, con decisione del gip  Mario venne condannato a 10 mesi per violenza sessuale e a 2 mesi e 20 giorni per gli schiaffi. In secondo grado, invece, la Corte di Appello di Firenze pronunciò l'assoluzione di Mario dall'accusa di violenza sessuale, confermando la condanna a 2 mesi e 20 giorni per lesioni. I giudici di secondo grado, valutando la deposizione della ex moglie, constatarono che lei stessa aveva ammesso che Mario l'aveva solo abbracciata senza palpeggiarla, limitandosi solo a rivendicare il rapporto sessuale.La Cassazione ha giudicato corretta la pronuncia della Corte d'Appello in quanto Mario aveva compiuto «un semplice gesto affettivo, anche se richiedendo un rapporto sessuale». Anche la Procura Generale della Cassazione, rappresentata da Angelo Di Popolo, aveva chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso della Procura di Firenze. A carico dell'ex marito respinto rimane, dunque, la sola condanna a due mesi e venti giorni per lesioni.