MARCO PICCOLO

L'EDITORIALE, INTERCETTAZIONI, PRIVACY, "GRANDE FRATELLO" IN CASA VOSTRA, ESPERIENZA MIA PERSONALE, GIUSTIZIA


L'EDITORIALE DELLA DOMENICA Intercettazioni e microspie, "grande fratello in azione". Metodi, limiti e sviluppi nella trascrizione e verbalizzazione.
  PREMESSA: E' BENE RICORDARE CHE IO SCRIVO SOLO QUELLO CHE  HO SPERIMENTATO DI PERSONA O SO, NEL CASO DI SPECIE HO ESAMINATO, COME PERITO, ALMENO 50.000 PAGINE DI INTERCETTAZIONI TELEFONICHE E/O AMBIENTALI PER I DELITTI PIU' VARI DA "MANI PULITE " A COGNE",  A " FAMOSI SERIAL KILLER," ecc...L'espressione "Big Brother", Grande Fratello, nonostante sia stata degradata a titolo di un reality televisivo di dubbio gusto, ha una nobile tradizione: la si incontra infatti nel romanzo di uno dei più grandi scrittori del Novecento, George Orwell, il celebre "1984", dove vengono immaginate, con notevole approssimazione al vero, le condizioni di vita sotto un regime totalitario. Non credo sia difficile collegare questo discorso al dibattito sull'uso delle intercettazioni, che, se "liberalizzate", potrebbero davvero trasformare uno dei poteri dello Stato in una sorta di "Grande Fratello"; e purtroppo in Italia esiste anche chi, estraneo per cultura alla democrazia liberale, se ne avesse il potere, consentirebbe un uso illimitato delle intercettazioni; ma a parte, essendo ormai scontato che le indagini della magistratura non possono essere private di uno strumento che si è rivelato indispensabile, decisivo, per individuare molti gravi reati, il problema rimane quello di regolamentarne l'uso per non farlo diventare un abuso. Non starò a dire quali siano, o possano essere, gli abusi, perché ne abbiamo già visto più di uno: inoltre – privacy a parte – poiché da tempo sappiamo che la "moralità" è diversa dalla "legalità", rendere noti comportamenti che non sono reati, ma talora soltanto moralmente riprovevoli, non è certo cosa buona e giusta. Ma poiché indicare i casi in cui le intercettazioni sono legittime suscita infinite discussioni, si potrebbe intanto cercare di risolvere, il problema della "fuga" dei contenuti delle intercettazioni e della loro pubblicazione. Da qui le domande: è davvero tanto difficile impedire quella fuga? Quante sono – non credo siano molte, né sconosciute – le persone che hanno accesso a quei dati? E come mai in tutti questi anni non una sola volta è stato individuato chi le ha "passate" ai mezzi di informazione, che, giustamente dal loro punto di vista, le hanno pubblicate? Sono domande alla quali una volta o l'altra dovrebbe essere data risposta.