MARCO PICCOLO

MARTIRI PER LA GIUSTIZIA


QUELLE TOGHE ROSSE... DI SANGUE
In Italia sono ventisei i magistrati uccisi tra il 1969 ed il 1995. E uno scomparso nel nulla. Fatta eccezione per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, per gli altri non c'è memoria nazionale o ricordo collettivo del loro tragico esempio nell'esercizio della loro funzione.  Giudici ammazzati dai sicari delle mafie siciliane e calabresi, dei guerriglieri rossi, neri e persino internazionali sono spesso stati rimossi per sempre. Tranne qualche piazza e aula di giustizia loro intitolata il Paese non ha mai compiuto una riflessione su un fenomeno che risulta unico e drammatico per la storia di una nazione dell'Occidente democratico.  Ed è così anche la storia di membri delle forze dell'ordine uccisi per difendere inutilmente uomini che per conto di tutti amministravano la Giustizia. Dalle vecchie Fiat 1300 alle Croma blindate una lunga scia di sangue innocente versata dalle scorte attraversa gli anni della lotta armata e dello stragismo mafioso. Un racconto noir tinto di sangue. QUESTO POST  vuole essere un omaggio ai magistrati caduti e che in gran parte sono dimenticati a causa dell'oblio del tempo. Si va così da Agostino Pianta, ucciso da un detenuto, a Vittorio Occorsio, da Bruno Caccia a Luigi Daga, fino a tutti i magistrati siciliani e calabresi assassinati dalla mafia e dalla 'ndrangheta. Vi prego: «Ricordate i morti ma ricordateli vivi».