MARCO PICCOLO

EDITORIALE, ETICA, RELIGIONE, PRETI SPOSATI?, CELIBATO SACERDOTALE?, SOCIETA' E CHIESA, IL PRETE SPOSATO, LA MOGLIE DEL PRETE,


IL MIO EDITORIALEIL  CELIBATO SACERDOTALE,COME  OBBLIGO O COME  SCELTAFELICE?
Il CELIBATO ecclesiastico ha radici lontane nella storia della Chiesa e non è solo un fatto disciplinare, anche se appartiene sicuramente più al terreno della morale che a quello della dottrina. Esso ha un'innegabile valenza spirituale significando, da un lato, maggiore libertà per il servizio alle anime e, dall'altro, testimonianza di valori trascendenti in un mondo impregnato di materialismo. Il celibato dei preti ha conosciuto involuzioni ed evoluzioni nel corso dei secoli. Oggi, problemi pastorali molto sentiti (scarsità e invecchiamento del clero, crisi di vocazione ecc.), la condizione di tanti preti «RIDOTTI ALLO STATO LAICALE» (più di diecimila solo in Italia, circa 200 mila nel mondo), la situazione di solitudine e disagio in cui si trovano molti sacerdoti in cura d'anime, che danno una testimonianza di povertà non meno preziosa di quella della castità, possono consigliare una «revisione» della regola celibataria, fino a considerare l'eventualità di avere, anche nella Chiesa cattolica occidentale (gli Orientali ce l'hanno da sempre), un sacerdozio «sposato» accanto a quello celibe liberamente e gioiosamente accettato. A mio avviso tra i cattolici c'è oggi minore resistenza d'un tempo (si pensi a come veniva considerato lo «spretato» venti-trent'anni fa) a questa idea, anzi molti ne auspicano l'attuazione, convinti che un maggior coinvolgimento nella concretezza dei problemi coniugali e familiari faciliterebbe i rapporti tra pastori e fedeli. Sono però anche convinta che la disciplina attuale ha una sua profonda validità, che va rispettata finchè c'è e che non si avranno mutamenti significativi a breve termine, certo non durante l’odierno pontificato di Sua Santità Papa Ratzinger.