MARCO PICCOLO

PSICOLOGIA, PSICOTERAPIA, ITALIANI E PSICOLOGI, UOMINI E DONNE, PSICOPATOLOGIA, CURE IN SERVIZI PUBBLICI


IL DIFFICILE RAPPORTO TRA PAZIENTE E PSICOLOGO Aumenta di più del  doppio rispetto al 2005 la percentuale dei pazienti  del tutto insoddisfatti, che sale all'8%, e diminuiscono "in picchiata" coloro che giudicano "utile" il rapporto con gli psicologi.
La fotografia degli italiani e la psicologia: Il lettino e lo "stivale".   Sono più di 2,3 milioni gli italiani che per vari motivi si accomodano sul lettino di uno psicologo (il 5,5% della popolazione). Il Nord rappresenta addirittura il 64% della domanda complessiva: in particolare, dal 2004 a oggi si è registrato un significativo aumento (+8,8%) dell'utenza nel Nord-Est. Nelle regioni centrali e meridionali, al contrario, è diminuito il numero di contatti con lo psicologo, rispettivamente dell'8% e del 2%. È aumentata infine la richiesta tra gli abitanti dei centri urbani che contano meno di 20.000 abitanti, che oggi rappresentano un polo di utenza molto importante (30%), al pari delle cittadine più grandi (oltre 100.000 abitanti).Gli uomini alla rincorsa. Sei pazienti su dieci sono donne ma gli uomini stanno vincendo la loro diffidenza verso lo psicologo, e tra loro gli utenti sono aumentati dell'8% in quattro anni. L'età media degli assistiti è compresa tra i 35 e i 44 anni, mentre più della metà di loro ha tra i 25 e i 44 anni.Aumentano le élite. Per quanto riguarda l'estrazione socio-culturale degli utenti dei servizi psicologici, aumentano le élite e diminuiscono le fasce meno scolarizzate. In particolare, crescono i lavoratori autonomi (+15,5%), i laureati e i post-laureati (+5%), mentre calano gli operai (-9,5%), i pensionati e i disoccupati.Malessere del ceto medio. Le motivazioni che spingono a ricorrere allo psicologo sono parimenti distribuite tra quelle legate alla sfera personale-clinica e quelle legate all'ambito del lavoro e della scuola. Le persone che lo fanno per motivi personali appartengono soprattutto al ceto medio (diplomati, impiegati, ma anche il 22% degli operai): Questo testimonia che il ricorso allo specialista per problemi personali è una pratica diffusa e non più legata all'appartenenza a classi agiate.