MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE DELLA SERA : PENSIERI, OPINIONI, COMMENTI, IDEE, RIFLESSIONI, SUGGESTIONI....PER UN NUOVO GIORNO


RIFLESSIONE DELLA SERA Da GALILEO A OBAMA, I PROBLEMI COME OPPORTUNITA'
Il concetto circola da un po': vivere questa crisi economica come un'opportunità di cambiamento. Lo ha lanciato Barack Obama, che su questa scia ha vinto le elezioni. È stato ripreso in Europa e, a dire la verità, in qualche modo anche anticipato in Italia, come si può vedere fin dal titolo del celebratissimo libro del ministro Tremonti: "La paura e la speranza", in cui la crisi globale era prevista e si davano anche le indicazioni per superarla prima che sorgesse l'astro Obama. Tremonti sventola sette bandiere di cambiamento: valori; famiglia e identità; autorità; ordine; responsabilità; federalismo. Sono vessilli politici, ma quel che conta è che per il ministro «la pianta della speranza non può nascere solo sul terreno dell'economia ma su quello della morale e dei princìpi». Una convinzione che pare condivisa dagli altri ministri di origine socialista. Da Sacconi che insiste sul «ripartire dalle persone» e «investire nel capitale umano», a Brunetta che rimprovera la Chiesa di far troppo poco di fronte alle emergenze sociali. Forse non sono le stesse idee di Silvio Berlusconi, che come via d'uscita dalla depressione economica suggerisce soprattutto la ripresa dei consumi, e perciò invita a non modificare lo stile di vita, ma certamente quelle di Barack come di Tremonti sono idee che rispuntano, rielaborate, anche nelle riflessioni di fine anno del Pontefice e del Capo dello Stato. Benedetto XVI invoca un nuovo modello di sviluppo, più equo e solidale. Giorgio Napolitano incita a rinnovare non solamente l'economia ma anche gli «stili di vita poco sensibili a valori di sobrietà e lungimiranza». Da qui ad associare «sobrietà» e «austerità» il passo è breve. Perlomeno per "l'Unità", che accosta la «lezione» di Napolitano a quella di Enrico Berlinguer del '77. L'austerità come «mezzo per superare un sistema i cui caratteri distintivi sono lo spreco e lo sperpero, l'esaltazione dell'individualismo più sfrenato, del consumismo più dissennato», si scriveva, nel documento prodotto dal Pci di allora e dagli intellettuali che lo sottoscrissero. Una connessione con le parole di Napolitano che il giornale che fu di Gramsci riprende da due giorni ma che non convince per niente l'altro quotidiano organo del Pd, "Europa". «La nostalgia non aiuta a superare le crisi... Con Berlinguer ci fu un'ideologizzazione dell'austerità, che impedì la comprensione dei grandi cambiamenti che l'economia occidentale stava vivendo...», replica il foglio dell'ex Margherita, ricordando che Berlinguer poi fu considerato nel suo stesso partito un «ostacolo al cambiamento». Ancora una volta voci dissonanti tra ex Ppi ed ex Ds. E stavolta almeno la discordia non nasce da motivazioni terra a terra: anche questa è un'opportunità offerta dalla crisi. Concetto che, per inciso, ha qualche anno più di Obama, Tremonti e Berlinguer. «Dietro ogni problema c'è un'opportunità», diceva Galileo nel Cinquecento.