LA RIFLESSIONE DELLA SERA Una lontana minaccia alla civiltà occidentaleL'INCUBO DEL "QUINTO" CAVALIERE DELL'APOCALISSE
Se si volesse oggi dare un nome ai cavalieri dell'Apocalisse (diventati peraltro più di quattro) direi che i primi due tra quelli indicati da Giovanni – la guerra e la fame – percorrono ancora i sentieri del mondo; e nemmeno il terzo – la peste – sembra essersene definitivamente allontanato, visto l'alto numero di vittime che in Africa continua a mietere l'Aids, non a caso definito al suo apparire la “peste del ventesimo secolo”. A queste “sfide”, che finora ci hanno visto perdenti, se ne sono aggiunte delle altre: i nuovi cavalieri sono gli armamenti atomici, i quali, nonostante lo scenario della politica mondiale sia profondamente mutato, riempiono ancora gli arsenali militari di diversi Stati; l'inquinamento del pianeta; l'eccesso di popolazione in alcune parti della terra, la denatalità in altre; l'inarrestabile diffusione della droga; e l'elenco potrebbe anche essere più lungo. Che siano queste le sfide, o almeno le più importanti tra quelle che dovremo affrontare, mi sembra certo. Osservandole da vicino si potrebbe dire che questa volta i cavalieri dell'Apocalisse, quelli sopraggiunti, si sono situati ognuno in zone diverse della terra: quelle minacciate dalla sovrappopolazione non sono ovviamente quelle minacciate dalla denatalità, così come il diffondersi della droga minaccia soltanto il mondo occidentale; l'inquinamento dell'atmosfera e dei mari riguarda tutta la terra, ma ha il suo epicentro ancora in Occidente, dove la crescente richiesta di energia e la superproduzione mettono in moto processi che lo favoriscono o lo provocano. A queste sfide – le cui conseguenze se le perderemo saranno terribili – se ne potrebbe aggiungere un'altra, che riguarda anch'essa l'Occidente: l'immigrazione. Uno dei più grandi filosofi della storia e della politica dell'età moderna, Jean Bodin, ha scritto che le grandi migrazioni vanno tutte da Nord a Sud. Da quali eventi questa “legge storica” era mutuata – l'invasione dell'Impero Romano da parte dei “popoli del Nord” che Roma non era riuscita a conquistare stabilmente – non ha molta importanza. Quella situazione oggi sembra invertita: sono infatti i “popoli del Sud”, i popoli di colore, che “invadono” il Nord del mondo. Si tratta però, come ho detto, di una sfida diversa da quelle prima indicate. Se il fenomeno non cesserà e soprattutto se proseguirà in parallelo con la denatalità che affligge l'Occidente, non è difficile prevedere, anche se non sul tempo breve, che il “nostro” mondo – l'Occidente, appunto – finirà con il subire una profonda mutazione antropologica. Naturalmente saranno molti a giudicare questa come la più grave delle minacce, come il “quinto cavaliere”, perché segnerebbe la fine di una civiltà che affonda le sue radici nel cristianesimo medioevale; una civiltà peraltro nata anch'essa a seguito di una profonda mutazione antropologica: quella seguita al mescolarsi della popolazione e della cultura romane con i popoli del Nord che avevano invaso l'Impero. Ma tutte le civiltà sono destinate al tramonto.