MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE DELLA SERA: DOPO I FATTI DI MILANO, IMMIGRAZIONE: IDEE, OPINIONI, SUGGESTIONI...PER UN NUOVO GIORNO


LA RIFLESSIONE DELLA SERA Una lontana minaccia alla civiltà occidentaleL'INCUBO DEL "QUINTO" CAVALIERE DELL'APOCALISSE
Se si volesse oggi dare un nome ai cavalieri dell'Apocalisse (diventati peraltro più di quattro) direi che i primi due tra quelli indicati da Giovanni – la guerra e la fame – percorrono ancora i sentieri del mondo; e nemmeno il terzo – la peste – sembra essersene definitivamente allontanato, visto l'alto numero di vittime che in Africa continua a mietere l'Aids, non a caso definito al suo apparire la “peste del ventesimo secolo”. A queste “sfide”, che finora ci hanno visto perdenti, se ne sono aggiunte delle altre: i nuovi cavalieri sono gli armamenti atomici, i quali, nonostante lo scenario della politica mondiale sia profondamente mutato, riempiono ancora gli arsenali militari di diversi Stati; l'inquinamento del pianeta; l'eccesso di popolazione in alcune parti della terra, la denatalità in altre; l'inarrestabile diffusione della droga; e l'elenco potrebbe anche essere più lungo. Che siano queste le sfide, o almeno le più importanti tra quelle che dovremo affrontare, mi sembra certo. Osservandole da vicino si potrebbe dire che questa volta i cavalieri dell'Apocalisse, quelli sopraggiunti, si sono situati ognuno in zone diverse della terra: quelle minacciate dalla sovrappopolazione non sono ovviamente quelle minacciate dalla denatalità, così come il diffondersi della droga minaccia soltanto il mondo occidentale; l'inquinamento dell'atmosfera e dei mari riguarda tutta la terra, ma ha il suo epicentro ancora in Occidente, dove la crescente richiesta di energia e la superproduzione mettono in moto processi che lo favoriscono o lo provocano. A queste sfide – le cui conseguenze se le perderemo saranno terribili – se ne potrebbe aggiungere un'altra, che riguarda anch'essa l'Occidente: l'immigrazione. Uno dei più grandi filosofi della storia e della politica dell'età moderna, Jean Bodin, ha scritto che le grandi migrazioni vanno tutte da Nord a Sud. Da quali eventi questa “legge storica” era mutuata – l'invasione dell'Impero Romano da parte dei “popoli del Nord” che Roma non era riuscita a conquistare stabilmente – non ha molta importanza. Quella situazione oggi sembra invertita: sono infatti i “popoli del Sud”, i popoli di colore, che “invadono” il Nord del mondo. Si tratta però, come ho detto, di una sfida diversa da quelle prima indicate. Se il fenomeno non cesserà e soprattutto se proseguirà in parallelo con la denatalità che affligge l'Occidente, non è difficile prevedere, anche se non sul tempo breve, che il “nostro” mondo – l'Occidente, appunto – finirà con il subire una profonda mutazione antropologica. Naturalmente saranno molti a giudicare questa come la più grave delle minacce, come il “quinto cavaliere”, perché segnerebbe la fine di una civiltà che affonda le sue radici nel cristianesimo medioevale; una civiltà peraltro nata anch'essa a seguito di una profonda mutazione antropologica: quella seguita al mescolarsi della popolazione e della cultura romane con i popoli del Nord che avevano invaso l'Impero. Ma tutte le civiltà sono destinate al tramonto.