CARTOLINA DA UNA DELLE TERRE PIU' SPORCHE CHE CI SIA "SALUTI DA CERNOBYL"
"chernobyl", scritto apposta in minuscolo perché non è più il nome di una città (fantasma) da qualche parte dell'Ucraina o dell'ex Unione Sovietica, ma una parola che sta per "catastrofe nucleare" e "informazione manipolata" (da tutti, per nascondere la verità) e, ancora, "sospetto" che per molti e molti mesi dopo il 26 aprile 1986 tutti avevano davanti alle confezioni di latte e di uova sugli scaffali dei supermercati. Questo per l'Europa e per il mondo. Per l'Italia vuol dire anche "fine del programma nucleare" a partire dal 1987, anno del referendum popolare che ha portato alla chiusura di tutte le centrali nucleari nel nostro Paese. Sasha è il nome di questo bambino, uno degli ospiti dell'orfanotrofio Vesnova. Più di cinque milioni di bambini vivono ancora nelle zone contaminate dall'invisibile veleno nucleare di Chernobyl, tra Bielorussia, Russia e Ucraina. Molti di loro stanno pagando un prezzo altissimo sulla propria pelle, e molti sono costretti a farlo in totale solitudine.