MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE, RELIGIONE, FILOSOFIA, VITA, FRAGILITA', CONDIZIONE UMANA, ANZIANI, GIOVANI, CULTURA, PSICOLOGIA,


LA RIFLESSIONE©  PSICOLOGIAFORENSE, RIPRODUZIONE RISERVATA FRAGILITA' E VITA
Fragile è scritto su tanti pacchi, sugli imballaggi; lo si vede nei porti, nelle stazioni, alla Posta. A volte l'aggettivo è abbinato alla precauzione «maneggiare con cura, non piegare», alla freccia con la scritta «alto». Applicato alle cose può indicare valore, preziosità, unicità. Un aggettivo insomma al quale riservare particolare attenzione. Applicato alle persone "fragile" è una sorta di denuncia che sta per "incline a cedere", poco affidabile, facile a cedere ai vizi e alle tentazioni. Gli anziani tendono ad applicare la categoria della fragilità ai giovani. E' una tradizione. Le cose una volta duravano, oggi non più. L'uso degli opposti aiuta a capire il senso del suo dirimpettaio. "Solido, vigoroso, costante fedele, affidabile" mostrano quanto sia estesa la fragilità applicata alle persone. E richiamano debolezza di principi etici, mancanza di orientamento, qualcosa che ha a che fare con una scadenza; insomma, da non prendere in considerazione. Della persona non si dice "maneggiare con cura" a meno di voler sconfinare nella Pedagogia. La chiesa tuttavia applica questa categoria alla persona, senza offenderla quando si rivolge a Dio e ne invoca la misericordia, ricordando "la fragilità della condizione umana". Alla fine della vita le due concezioni s'incontrano: quella negativa, vista come debolezza, cede il passo a quella positiva, vista come valore. Anche nel canto a volte si sottolinea il concetto. "Ora è nelle tue mani quest'anima che mi hai data: accoglila, Signore, da sempre tu l'hai amata è preziosa ai tuoi occhi". Il tesoro c'era e viene ricordato. Quasi una conciliazione degli opposti.