MARCO PICCOLO

L'EDITORIALE ( SCRITTO PER TUTTI MA ... NON ADATTO A TUTTI!), PRINCIPE DEL MALE, SATANA, NEMICO DELL'UOMO,


L'EDITORIALE DELLA NOTTE© PSICOLOGIAFORENSE, RIPRODUZIONE RISERVATAIL PRINCIPE DEL MALE CHE DIVENTA FRATELLO
"Il Diavolo, mio fratello". E' il titolo di un libro uscito qualche anno fa. Come si può chiamare fratello il Principe del Male, Satana, il nemico dell'uomo, colui che, al dire di san Pietro, "va in giro, come un leone ruggente, in cerca di chi divorare?" Racconta, infatti, la Bibbia, nel libro di Giobbe: "E il Signore domandò a Satana: " Da dove vieni?". E Satana rispose: "Dal percorrere la terra e dall'aggirarmi in essa". Il Diavolo è personaggio malvagio e misterioso di tutta un'epopea biblica: Lucifero, l'angelo bellissimo e ribelle, che viene cacciato nell'inferno dall'arcangelo Michele al grido di  "Chi come Dio?"; egli, il Serpente, è all'inizio della storia dell'umanità come persuasore maligno di Adamo ed Eva; va a tentare il paziente Giobbe e cerca di mandarlo in malora; ispira tentazioni di gloria, di potere e di vanità a Gesù che digiuna nel deserto; l'Apocalisse è percorsa da questo antagonista di Dio e nemico dell'uomo; le vite dei santi eremiti e anacoreti sono disturbate continuamente da visioni di spiriti tentatori. Il mondo biblico e della santità cristiana sente questa sconcertante presenza diabolica. Del resto, a guardare la storia degli uomini, probabilmente non si fa fatica a vederla invasa da diavoli, diavolesse e diavolerie. Oggi, il Diavolo come reale personificazione del male è forse una concezione che rimane esclusiva della fede cristiana. Una certa cultura laica ne ride e, a sentirlo nominare ogni tanto dal Papa, si diverte a riprendere immagini medioevali di caproni e di volti mefistofelici. Qualche anno fa, era in voga una ideologia della "morte di Dio". Da tempo, è in voga quella della "morte del Diavolo", nonostante l'avvertimento di Giovanni Papini: "L'ultima astuzia del Diavolo è stata di spargere la voce della sua morte". A vederlo veramente per il mondo e sul mondo, "come un leone che rugge", al modo di san Pietro, sono i successori di quest'ultimo. Paolo VI, amareggiato e deluso da certi sconvolgimenti post-conciliari, aveva parlato del "fumo di Satana" penetrato persino dentro la Chiesa. Nella visione dei pontefici, è il Diavolo che sta dietro il male del mondo, ma nell'intreccio oscuro delle intenzioni del cuore umano, è spesso anche l'uomo a produrre il Diavolo, quando produce il male. Dove sta il Diavolo?  "Possiamo dire", afferma Paolo VI, "che il demonio agisce là dove la menzogna si afferma ipocrita e potente contro la verità, là dove l'amore è sepolto dall'egoismo freddo e crudele, là dove la disperazione si afferma come parola finale. Anche Giovanni Paolo II, che svolge continuamente il concetto di una storia umana segnata perennemente dal conflitto tra il bene e il male, scorge il maligno e dice di volerlo chiamare per nome, ma poi avverte che questo maligno si nasconde non solo nel peccato personale dell'uomo, ma anche dentro i sistemi e le strutture della società, dove si calpestano i diritti umani e la giustizia, dove si celebra una falsa liberazione dell'uomo. Benedetto XVI segue   lo stesso percorso del suo predecessore e lo approfondisce.  Ma, infine, non è soltanto la malvagità umana a rappresentare il Principe del Male. Lo si può scorgere, a volte, anche di fronte a un inspiegabile squallore della mente, a uno sconvolgimento oscuro dell'animo, a una miseria umana, che producono effetti orrendi come quello della  neonata uccisa in sacrificio al Diavolo. Forse, in questo caso, dopo l'esecrazione e la condanna, bisognerebbe lasciare anche spazio alla pietà e alla misericordia. E' allora che anche il Diavolo diventa nostro fratello.