MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE, COSTUME, SOCIETA', SPETTACOLO, PROGRAMMI TELEVISIVI, GOSSIP, SFRONTATEZZA, INTELLIGENZA, VENDITORI TAPPETI


LA RIFLESSIONE DEL GIORNO COPYRIGHT, PSICOLOGIAFORENSE  RIPRODUZIONE RISERVATA  PER AMOR DI CRONACA. PROGRAMMI TELEVISIVI.  COMUNICAZIONE E SPETTACOLO. ZAPPING.  OLTRE LA BUONA EDUCAZIONE !
Devo fare una confessione. Altrimenti mi porterei dietro un senso di colpa, se è vero che aprendo l'animo ci si sente meglio. Del poco tempo che quotidianamente dedico alla televisione, a guardare la televisione, una parte è per i notiziari che, di questi tempi, ci portano al rallentatore verso dove nessuno lo sa, fra alti e bassi trepidi o stucchevoli. In proposito, scelgo quelli più stringati, preferendo di solito i consommé ai brodi diluiti. Non essendo dato, a ciascuno, se non di aspettare (augurandosi il meno peggio in termini drammatici), faccio  zapping in una miriade di reti e canali dove ci si agita a mostrare quello che non si capisce perché venga normalmente coperto. Braccia al cielo, gambe all'aria, come viene viene. Ogni tanto una presunta facezia, o una riflessione santagostiniana in attesa che un concorrente dia la risposta giusta da cui una forte vincita e il prosieguo del gioco. Pettegolezzi che con il sinonimo anglosassone (gossip)  dovrebbero nobilitarsi, rendersi maggiormente interessanti, e non si sa per chi. Scoperte all'Archimede, persino sentenziose: "Dalla capacità di baciare, si desume la bravura dell'intrattenitore a letto". Non lo sapevo, o me ne ero dimenticata, comunque non immaginavo  che  una simile affermazione fosse in grado di far credere intelligente chi la proclama . In Italia, milioni di persone lavorano, producono, vivono, e migliaia di comunità, di paesi, hanno di che proporsi alla curiosità e all'interesse e all'eventuale emulazione, ma di essi non ci si preoccupa, se non per rammentargli che il canone è dovuto. È la sfrontatezza la nuova frontiera della buona educazione. C'è chi vorrebbe bucare il teleschermo, se lo potesse, chi strilla su toni disgraziati, chi si contrappone con la tremula calma che nasconde la gran rabbia. Forse per questo il teatro dei grandi interpreti ha perduto tanti spettatori. Un clic e il palcoscenico ce l'abbiamo in salotto. Ma la confessione? Il mio paziente e solitario lettore che non s'è scordato della premessa, vorrà sapere e ha tutte le ragioni. Ebbene, devo ammettere senza troppa mortificazione che, eccezion fatta per i notiziari nel senso richiamato, i programmi che seguo di preferenza, nel poco tempo che la televisione mi sottrae, sono quelli condotti dai venditori di tappeti, e non solo. Parlano con proprietà insolita di linguaggio, dote acquisita da chi sollecita all'acquisto di pentolame, vasellame, lingeria, alimentari in blocco, terni al lotto, messaggi ultraterreni e affini: proprio qui, i medium si adeguano ai tempi, con una scrittura ormai prossima al computer, righe su righe illeggibili senza l'introduzione del «mouse» mentale sciamanico. Il vero divertissement televisivo è prevedere che cosa diranno maghi e maghesse in risposta di chi chiama col groppo in gola. Centro... o bingo o tombola, come preferite. Ma essendo la tv un'«arte» relativamente giovane, prepariamoci ai suoi prossimi slanci evolutivi.