MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE DELLA SERA, VITA, MORTE, MORIRE, ITALIA, OLANDA, EUTANASIA, BUONA MORTE, MISERICORDIA, PENA CAPITALE,


VIVERE LA VITA FINO ALL'ULTIMO?
Questa faccenda dell'organizzazione che programma i viaggi in Olanda, dall’Italia , con destinazione Morte, è un arzigogolo, un terribile rovello sul quale ognuno dice la sua (È carità. È orrore), ma lo dice generalmente senz'esserne coinvolto, facendone oggetto di sfoggio accademico più che di riflessione filosofica. Non c'è nulla di più facile del giudicare sulla pelle degli altri, sia pure cercando di immedesimarsi in situazioni dalle quali si prendono le distanze con la sola arma a disposizione, quella degli scongiuri. Se è vero che la morte esige dignità, se è vero persino che non dovrebbe essere impedito di affrettarla quando la scienza medica si arrende e le carni si dilaniano, è altrettanto vero che chi soffre e chi assiste il sofferente assume una decisione o la condivide nell'attimo in cui l'estrema speranza zoppica, cede. Ma non sono  pochi coloro che si rialzano dopo una caduta, che smettono di claudicare metaforicamente. Il fatto è che una decisione irreversibile rimane tale quand'anche la volontà contraria decidesse, arresasi all'autocondanna, di tornare indietro in quel lume di vitalità che è il senso stesso della vita. C'erano una volta le Compagnie della Misericordia, le Compagnie della Buona Morte. Le une soccorrevano i condannati alla pena capitale, quanti si riteneva avessero bisogno di conforto negli ultimi istanti prima di salire il patibolo o cercassero pietà alla loro espiazione nel tristo concedersi all'aldilà. Le altre suffragavano cupamente chi, nel proprio letto, si affacciava al trapasso, e dispiegavano un rituale orante così realistico e crudo, da farlo supporre idoneo a togliere del tutto la più disperata forza di resistenza dell'infermo. Scomparse le Compagnie della Buona Morte, sono rientrate nella surrettizia espressione del greco antico. Eutanasia, certo. SEGUE..........