MARCO PICCOLO

TINTO BRASS, VICENZA, EMORRAGIA CEREBRALE, REGISTA, EROTISMO, CONDIZIONI CRITICHE, AGGRAVAMENTO, PROGNOSI RISERVATA


Vicenza. Tinto Brass ricoveratoin ospedale si temeva un'emorragia cerebrale
Le agenzie  di stampa  comunicano un ricovero del regista Tinto Brass per un’emorragia cerebrale. Il figlio, però, ha smentito: si è trattato di un “ricovero per accertamenti”. Il regista dell’erotismo avrebbe raggiunto l’ospedale di Vicenza, dove si è ricoverato, con le “proprie gambe” e il figlio Bonifacio ha subito informato l’ufficio stampa del padre riguardo al motivo del ricovero:  si tratterebbe esclusivamente di “accertamenti”.AGGIORNAMENTO: Le condizioni del  regista si sono aggravate ora è nella terapia intensiva della Neurochirurgia dell'ospedale San Bortolo di Vicenza con prognosi  riservata. Al momento, aggiungono i medici, non vi sono le condizioni per un intervento chirurgico a breve, ma Brass resta costantemente monitorato. Un bollettino medico potrebbe essere emesso dall'ospedale domani mattina.******************************************NOTA: Giovanni Brass detto Tinto (Milano, 26 marzo 1933) è un regista, sceneggiatore e attore italiano. Nato da una famiglia di origine giuliana, e nipote del pittore Italico Brass, Tinto si trasferì giovanissimo a Venezia. Nel 1957 si laureò in Giurisprudenza a Padova. Appassionato di cinema più che di diritto, sul finire degli anni Cinquanta trascorse un biennio come archivista alla "Cinémathèque" di Parigi, avvicinandosi agli ambienti della nascente Nouvelle Vague. In seguito tornerà in Italia come aiuto-regista di Alberto Cavalcanti. Nel 1983 Brass girò La chiave (con Stefania Sandrelli, tratto dal romanzo dello scrittore giapponese Tanizaki Jun'ichirō), spostandosi poi gradatamente verso una trattazione sempre più disinvolta dei tabù dell'erotismo. Questa pellicola, che ebbe un buon successo di pubblico e di critica (cosa più unica che rara nella sua filmografia), fece entrare Tinto Brass nell'olimpo di tale particolare genere cinematografico, rendendo però molto controversa la sua figura specialmente tra le femministe (che gli rimproveravano una certa considerazione della donna come oggetto) e le classi sociali più tradizionaliste. Puntualmente accompagnati da un alone di scandalo escono infatti Miranda (1985, con Serena Grandi, rivisitazione de "La Locandiera" di Goldoni), Capriccio (1987, con Francesca Dellera), Paprika (1991, con Debora Caprioglio) e Così fan tutte (1992, con Claudia Koll). Le piccanti discussioni e le roventi polemiche che i suoi lungometraggi suscitano contribuiranno a rendere famose le sue attrici protagoniste.