MARCO PICCOLO

IL CORSIVO: ... PRESS'A POCO, EDUCAZIONE SESSUALE, SESSUALITA', DIDATTICA, PEDAGOGIA, VITA DI COPPIA, TEORIE GENERALI,


IL MIO  CORSIVO DEL GIORNO “Le teorie generali e il nulla sono press'a poco la stessa cosa.”DIDATTICA E PRESSAPOCHISMO: INSEGNARE IL SESSO A SCUOLA? SPESSO L’ ESERCIZIO DELLA SESSUALITÀ SI RIDUCE AD APPROSSIMAZIONI: “PRESS'A POCO”, “PRESS'A POCO E QUASI”, “QUASI COME SE”,  “PRESS'A POCO COME SE UNO…….”
La società occidentale s'interroga sulle modalità di un'educazione sessuale diffusa a tappeto sui banchi di scuola. In parole molto povere, a che cosa servono i corsi di educazione sessuale? Inoltre, sono meglio se diluiti nel tempo o nella formula “full immersion”?. In un'era come la nostra dove vige l'informazione globale di sesso se ne parla e se ne vede più che mai, ad ogni angolo di strada. Il preservativo staziona ormai dentro i portapenne, fra evidenziatori fosforescenti e gomme di forma bizzarra; eppure le gravidanze indesiderate sono un fenomeno sempre più  inquietante fra le adolescenti.Ciò posto,  nel nostro paese, agli onori delle cronache non vanno i corsi di istruzione sessuale, bensì altri dati. Una sentenza  ha derubricato  il turpiloquio  che non costituisce più reato: “organi e dettagli del nostro apparato riproduttivo sono ormai soltanto innocue esclamazioni”. In compenso, basta una seduta dal parrucchiere per aprire orizzonti insoliti: fra uno shampoo e un taglio, si sfoglia una rivista a disposizione dei clienti d'ogni età e tendenza, e s'impara, ad esempio, a fare di un cuscino nel letto (non per adagiarci il capo stanco, benintenso), un decalogo di macchinose posizioni erotiche. Inoltre, i siti internet, il web,  le chats, i blog, i forum, ecc…  ammanniscono istruzioni per l'uso degli attributi genitali propri e altrui degne di un porno soft. L'informazione sessuale è insomma ridondante. Così  gli adolescenti non ripongono troppa fiducia nei dogmi di un corso di educazione sessuale in cattedra, che è avvertito per lo più come una vivace evasione dal normale tran tran della mattinata scolastica. Infatti, non si aspettano di uscire da questa esperienza più bravi e più consapevoli di prima nel gestire la propria sessualità. Sarà forse una questione di stile italiano: un po’ di  pressapochismo e tanta beata improvvisazione. Un'atavica anarchia che ti spinge  ad aborrire  ciò che richiede impegno, intelligenza, accuratezza. La presunzione di sapere far meglio da sè. Ma anche una certa rassegnazione all'eventualità del tragico “incidente di percorso” (gravidanza, aids, malattie veneree, esperienze destabilizzanti, ecc…).