MARCO PICCOLO

RIFLESSIONE DELLA SERA: LA "VIRGOLA", PUNTEGGIATURA, SEPARAZIONE, VITA, MORTE, MADRE, FIGLIO, MONDO,


RIFLESSIONE DELLA SERALA VIRGOLA... DEBOLE La scrittura non può andare intorno al proprio oggetto, lo deve forgiare di volta in volta.
La virgola mi è sempre sembrata un segno debole, un segno che non riesce a mandare il mondo in frantumi come può fare il punto fermo e, d'altra parte, spezza il flusso, la continuità tra le cose. Al contrario, per Montaigne non  era così, perchè nei Saggi fa dei lunghissimi straordinari elenchi in cui usa la virgola: “E con le mani? Noi chiediamo, promettiamo, chiamiamo, congediamo, minacciamo, preghiamo, supplichiamo, neghiamo...”. È vero: la separazione esiste. Esiste tra una madre e un figlio, tra due amanti, tra me e una brocca e, alla fine di tutto, c'è una sola grande separazione: la morte. La morte e la separazione assomigliano al punto fermo. Almeno è più vero. La virgola assomiglia alla separazione tra gli oggetti: è meno vera. Forse serve a far ricordare ai bambini che gli zucchini non sono carote e le carote non sono zucchini e le persone non sono capre e le capre non sono persone e quindi bisogna separarle con la virgola. Serve alla scuola e poi c’ è sempre il problema di non diventare incomprensibili.Detto tutto questo devo fare, per concludere, un’ultima considerazione di carattere più generale.  Se scrivendo non si avesse la libertà di “non avere regole” anche quando si trasgrediscono le regole, la libertà cioè di non trasformare in regola la propria trasgressione, tutta la scrittura sarebbe un esercizio di stile e non un confronto col mondo. Se si abolisce un segno di interpunzione o lo si usa poco, se si pone uno spazio più lungo del normale tra una parola e l'altra, se si va a capo cinquanta volte o mai, è perchè si vuole che la pagina “sia”, non “rappresenti”, quel che si vuole dire. La scrittura non può andare intorno al proprio oggetto, lo deve forgiare di volta in volta.