MARCO PICCOLO

L'EDITORIALE DELLA NOTTE: PENSIERI, CONSIDERAZIONI, IDEE, OPINIONI, SUGGESTIONI....PER UN NUOVO GIORNO


L'EDITORIALE DELLA NOTTE Anch'io  sono risultata più volte positiva. Lo confesso.  
  Scusate, ma adesso non ci credo più. Del resto, perché credere? A chi credere? Uno aveva la gruccia sopra il letto, non per appendere gli abiti, ma per farsi delle flebo notturne. Diciamo tonificanti. L'altro aveva il sangue talmente denso, pieno di muscolosi globuli rossi, da sembrare una melassa. Nel camper del terzo hanno trovato un arsenale di dopanti, sufficiente a gasare un battaglione di lagunari. Per non parlare di chi ha usato improbabili diuretici, o addirittura di chi è stato pizzicato con tracce di cocaina. Insomma: un misto tra un'industria farmaceutica, e una centrale di spaccio. Peccato che si tratti, o dovrebbe trattarsi di sport. Ciclismo, ad esempio. Ma non solo. Sci di fondo, atletica leggera, calcio, tanto per citare alcune discipline risultate positive al controllo della decenza. Per questo, guardo la tappa, applaudo il maratoneta, esulto per un gol, ma non ci credo di più. O meglio, credo che siamo arrivati a un punto talmente basso di moralità sportiva indotto dalla necessità di raggiungere vette sempre più alte di risultati, che ogni evento a cui assistiamo assomigli sempre di più a uno spettacolo da circo che a una vera competizione. E che in questa chiave vada preso, per non guastarsi troppo la festa. Si dice: per carità non facciamo di ogni erba un fascio. È vero. Ma di che erba parliamo? Chissà? E poi, quando i fili sono così tanti e così fitti, altro che fascio! Questo è un campo di grano. Insomma: l'eccezione è talmente regolare, che è la regola a diventare eccezionale. Dice ancora: non tutti gli episodi sono chiari, aspettiamo prima di buttare la croce addosso. Giusto. Ma è mai possibile che in tutto il mondo dello sport, ci sia stato solo Maradona ad ammettere di essere un cocainomane, dopo essere stato pizzicato dalla giustizia sportiva e ordinaria? Tutti gli altri, sono vittime di qualcosa. Uno non sapeva, l'altro non pensava, l'altro ancora era stato dal dentista, o forse si era fatto (?) una tisana. E chi si è sottoposto a due o tre ricambi totali di sangue, come a un tagliando della Mercedes, passando dalle posizioni di rincalzo alle medaglie d'oro, a cosa ha attribuito questo repentino cambio di rendimento? A un miracolo di padre Pio, o di mamma Flebo? Si afferma infine: perché vi scandalizzate, nel ciclismo è sempre successo; anzi, la “bomba” era ancora più diffusa e letale. Vero, ma allora non c'erano i controlli anti-doping. Il che significa, non solo che c'è chi “si aiuta” come prima, ma che alcuni (con il loro staff medico) sono talmente stupidi da non riuscire a non farsi beccare. Come dire che bisognerebbe squalificarli più per imbecillità che per droga. Concludendo. Speravamo che dopo i casi degli anni scorsi l'ambiente si fosse ripulito. Invece, niente da fare. Il vizio è duro da estirpare. Per tutti. Anch'io, del resto, sono risultata più volte positiva.Lo confesso. Era Nutella. E non sono affatto pentita. Come loro.