MARCO PICCOLO

NETIQUETTE, BON TON, POSTA ELETTRONICA, BLOG E BLOGGER, "DEBRETT", VOLGARITA' E STUPIDAGGINI,


LA BIBBIA DEL BON TON INGLESE DEDICA UN CAPITOLO ALLA TELEMATICA.
Passi per le email degli amici, dove il sottinteso è cifra d'intimità. Ma come fronteggiare il fiume di corrispondenza che ogni giorno ci inonda la casella di posta elettronica con messaggi sempre più stringati, senza punteggiatura, e, soprattutto, privi d'una qualsiasi forma di titolo raziocinante da cui dedurre in pochi istanti se trattasi di comunicazione di lavoro o seccante spam, spazzatura? La questione non dev'essere banalmente di lana caprina se ha scomodato, ancora una volta,  la Bibbia del BON TON anglosassone, il blasonato «DEBRETT», la più importante guida internazionale alle buone maniere. L'ultima edizione del prestigioso galateo, che da due secoli e mezzo detta legge in materia d'etichetta, comprende infatti un intero capitolo dedicato alla «TECHNO-POLITENESS», la cortesia ai tempi dell'high tech. LA RETE IN REALTÀ, come tutti sanno,  SI È DATA DA TEMPO UNA SUA «NETIQUETTE», un insieme di regole che disciplinano il comportamento degli utenti del web negli spazi di discussione come i newsgroup, le mailing list, i forum o le e-mail in generale. Ma dal tempio della comunicazione dal basso al debutto nell'alta società ce ne passa. Perchè di certo storceranno il naso i formalisti doc, quelli che considerano Internet un non-luogo postmoderno, virtuale, immaginario. Le decine e decine di email che tutti riceviamo quotidianamente però, sono reali. E reale è il lavoro necessario a decifrarle. Allora, suggerisce il «Debrett», conviene risolversi ad applicare il BON TON TELEMATICO, sin dalla sempre valida regola numero uno: «Tratta gli altri come vorresti trattassero te». Ti infastidisce l'eccesso di confidenza? Non farne uso. Mai rispondere con un'email a una lettera vecchio stile recapitata con tanto di atavico francobollo. Meglio piuttosto una telefonata. Oppure: detesti l'incertezza della posta elettronica che arriva in tempo reale ma va a sapere quando l'altro si degna di rispondere? Anzichè rimpiangere la vecchia raccomandata con ricevuta di ritorno prendi l'abitudine d'inviare due righe a chi ti ha scritto per dire che, intanto, hai ricevuto. E ancora: componi messaggi dotati di punto e virgola, non dimenticare i verbi, aggiungi un titolo che funga da sintesi, allega i tuoi recapiti ai saluti e, soprattutto, evita ironie e sarcasmi che, avulsi dal poliedrico linguaggio del corpo, sono un formidabile veicolo di fraintendimenti. Troppo complicato? Tutto sta a cominciare: quanti dialogavano via email o sms fino a ieri?fonte: La Stampa  1