MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE DELLA SERA: LA DROGA NON FA SCANDALO, INDIFFERENZA PER NUOVI VELENI, PSICOLOGIA, SOCIOLOGIA, MEDICINA


LA RIFLESSIONE DELLA SERA L'ESTREMA.... SOSTANZA Cambiano i nomi delle droghe, ma la sostanza è la stessa ed è sostanza di morte 
Non è vero che con la droga si convive o si è condannati a convivere. Questa comoda stupidaggine fa il gioco di quanti fanno «buoni» affari. Non abbiamo voglia, a livello nazionale e internazionale, di fermare i delinquenti che uccidono i giovani del mondo. Con la droga si «con-muore», non si convive, nonostante le favolette che vengono raccontate ai ragazzi, per iniziarli in un viaggio senza ritorno. Pensiamo ai grandi moralisti del pianeta, che – per difendere i principi – sono pronti a fare guerra in ogni dove. Pensiamo ai fiumi d'inchiostro (si fa per dire nell'epoca dei computer), per raccontare la tragica distruzione delle Torri gemelle di New York, dove trovarono la morte migliaia di persone, forse quante ogni giorno, nel mondo, sono vittime dell'uso degli stupefacenti. Pensiamo che una minima parte degli armamenti, che i costruttori non vogliono tenere negli arsenali, sarebbe sufficiente per far scomparire, in ogni angolo della terra, le piantagioni di morte e le fabbrichette delle droghe sintetiche. E, per ritornare a casa nostra, pensiamo alla colpevole indifferenza del legislatore di fronte a una questione di vitale importanza. Lo sappiamo che bisogna operare, sopra tutto, sul piano della prevenzione, chiarendo ai ragazzi che l'esistenza propone una continua e affascinante lotta e che nessun paradiso può essere anticipato. Sappiamo, però, che – sul terreno della repressione – non si può continuare a trattare anche i piccoli spacciatori – che costituiscono il capillare reticolo – con i guanti di velluto. Non si può continuare ad ammetterli ai benefici – giudizio abbreviato, patteggiamento, arresti domiciliari, liberazione anticipata, assegnazione ai servizi sociali – dimenticando che, con il loro «lavoro», sacrificano i nostri figli. E a quanti si riempiono la bocca con i principi di civiltà giuridica, che così verrebbero violati, vorremmo chiedere se sia civile la comunità, in cui si assiste passivamente alla moria dei ragazzi. Se non sia esercizio di legittima difesa sociale impedire che gli spacciatori (non i malati) di qualsiasi livello possano continuare a nuocere.