MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE DEL POMERIGGIO, ABUSI SESSUALI, PEDOFILIA, INCESTO, VIOLENZE, CAPPUCCETTO ROSSO, PELLE D'ASINO


LA RIFLESSIONE DEL POMERIGGIOFIABE, STORIE, FANTASIE... E DRAMMATICHE REALTA': "CAPPUCCETTO ROSSO" E "PELLE D'ASINO"ABUSI SESSUALI, PEDOFILIA, PRETOFILIA, INCESTO 
Sappiamo da tempo che le fiabe, mentre in apparenza raccontano storie di re, di principesse e di figli di re, in realtà trasmettono messaggi che agiscono sull'inconscio dei bambini (e anche degli adulti che le raccontano), e li aiutano a superare i loro problemi, ed i conflitti che possono riguardare il rapporto dei bambini con se stessi, con i fratelli, con i genitori. Detto questo, ci sono due fiabe, Cappuccetto Rosso e Pelle d'asino,  che diffondono messaggi  del tutto particolari anzi, sono veri e propri avvertimenti. Tanto che, in questi ultimi anni, la storia della bambina vestita di rosso che incontra il lupo cattivo che se la mangia, è stata spesso usata e divulgata anche nelle scuole, in altre nazioni e in Italia, come monito ai bambini perchè non si fidassero degli sconosciuti: come metafora per metterli specificatamente in guardia contro violentatori e abusatori sessuali. Sono persino nati alcuni Centri che si chiamano proprio «Cappuccetto Rosso», e che si prefiggono di salvaguardare i più piccini dai cattivi lupi che vorrebbero abusare di loro. Al contrario, non risulta che, per proteggre i bambini, ci si sia serviti della fiaba di Pelle d'asino, che racconta una storia simile ma molto più grave: qui è infatti un padre che, adducendo giustificazioni speciose, vorrebbe commettere l'incesto con la propria figlia adolescente. Si può capire che in casa possa risultare difficile raccontare questa storia ai bambini. Ma perchè non si utilizza ad esempio nelle scuola la storia di Pelle d'asino, e perchè non sono nati dei Centri che si chiamano «Pelle d'asino», e che si ripromettono di difendere i figli, bambini e adolescenti (soprattutto le femmine) dagli abusi sessuali intrafamiliari? Il discorso su queste fiabe consente in realtà di introdurre due considerazioni: la prima è che per troppo tempo non si è avuto il coraggio di parlare e dire (come si incomincia a fare soltanto oggi) che circa il 90% degli abusi sessuali avvengono in famiglia, a opera di parenti molto stretti, in primo luogo il padre, poi i fratelli e gli zii, ma anche i nonni e le nonne, e persino le madri (queste ultime poi, hanno anche il grave torto di non impedire la violenza, e non denunciare il padre abusatore). La seconda considerazione è che proprio questa fiaba conferma, se mai ve ne fosse bisogno, che gli abusi sessuali intrafamiliari non sono fatti che accadono soltanto oggi, ma sono sempre avvenuti (la fiaba è stata pubblicata da Perrault nel 1697), e che accadono spesso anche nelle migliori famiglie: non a caso il padre incestuoso della fiaba Pelle d'asino è addirittura il re di un grande e ricco paese. Ciò che è cambiato negli ultimi tempi è che i bambini hanno finalmente la possibilità di parlare, e soprattutto che c'è oggi qualcuno disposto a prestar loro fiducia. Il prossimo passo sarà quello di rendersi conto che i bambini non appartengono ai genitori nel senso che essi possano farne quello che vogliono, neppure se sono re e se dichiarano di comportarsi in quel modo per amore, come il re della fiaba di Pelle d'asino. Che forse, sarebbe il caso di leggere o raccontare, e discutere nelle scuole, ma anche ai genitori. Senza accusare nessuno, beninteso, ma tanto così, a scopo preventivo.