MARCO PICCOLO

RIFLESSIONE DELLA SERA: STORIA, MITI, LEGGENDE METROPOLITANE, FAVOLE, RACCONTI FANTASTICI, SIMBOLI, MORTE,


RESTITUIRE DIGNITA' ALL'ULTIMA AVVENTURA DI UN UOMO, LA SUA MORTE.
GIUSTIZIATO DAL BOIA E.... DALLA CALUNNIA SEI anni  dopo, nessuno é in grado di ricostruire come nacque il mito. Ma lungo le pagine di internet si diffuse una "verità": Fabrizio Quattrocchi (1) morì mostrando “come muore un camerata”, variante sintetica di “come muore un camerata italiano”. La leggenda metropolitana suggestionò e convinse anche la stampa classica.  A mero titolo di esempio, gia’ i primi di giugno del 2004, sul Manifesto, Tommaso Di Francesco scrisse: “Da tempo avremmo dovuto sapere che cosa abbia veramente detto... se ''adesso vi faccio vedere come muore un italiano”, o l'assai più credibile: ''adesso vi faccio vedere come muore un camerata...'' (2). Ci dissero: “Dovete essere orgogliosi di Quattrocchi. É morto da eroe dicendo: vi faccio vedere come muore un italiano”. In quell'aprile del 2004 - quando Quattrocchi venne sequestrato con Salvatore Stefio, Maurizio Agliana e Umberto Cupertino - si dibatteva con furia dell'intervento armato in Iraq e sull'opportunità che l'Italia lo appoggiasse, se non addirittura vi prendesse parte. Gli ostaggi vennero qualificati come “mercenari”, termine volutamente spregiativo che lasciasse intendere come la guerra, per molti e non soltanto per i più grossi, rappresentasse un affare. (3) Oliviero Beha, nel suo blog, spostò invece l'obiettivo, parlando di “informazione in ostaggio”. Chiedeva la verità sulla coraggiosa frase di commiato, e se casomai fosse stata censurata e modificata per restituire a Quattrocchi (e alla presenza italiana in Iraq) una presentabilità che lui non aveva preteso. Oggi Beha si compiace “di questa verità definitiva, e di tutti i sospetti cancellati”. Ma ben rammenta che “nel giro di poche ore, direi di un giorno e mezzo, ci fu almeno una decina di persone, di quelle informate, che mi garantì di un Quattrocchi morto da camerata. Per fortuna conservai prudenza, e continuai a usare il condizionale. Forse molti furono vittime di una suggestione”. E Quattrocchi fu vittima del boia, e poi del venticello della calunnia.-------------------------------------------------------------(1)  Fabrizio Quattrocchi (Genova, 9 maggio 1968Iraq, 14 aprile 2004) è stato un componente italiano di una compagnia militare privata, rapito in Iraq e ucciso durante la prigionia da miliziani del gruppo autoproclamatosi "Falangi Verdi di Maometto", insignito nel marzo 2006 della medaglia d'oro al valor civile alla memoria(2)« Quando gli assassini gli stavano puntando la pistola contro, questo ragazzo ha cercato di togliersi il cappuccio e ha gridato: adesso vi faccio vedere come muore un italiano. E lo hanno ucciso. È morto così: da coraggioso, da eroe ». (Franco Frattini, 15 aprile 2004)(3) « Fabrizio Quattrocchi è inginocchiato, le mani legate, incappucciato. Dice con voce ferma: "Posso toglierla?" riferito alla kefiah. Qualcuno gli risponde "no". E allora egli tenta di togliersi la benda e pronuncia: "Adesso vi faccio vedere come muore un italiano". Passano secondi e gli sparano da dietro con la pistola. Tre colpi. Due vanno a segno, nella schiena. Quattrocchi cade testa in giù. Lo rigirano, gli tolgono la kefia, mostrano il volto alla telecamera, poi lo buttano dentro una fossa già preparata. "È nemico di Dio, è nemico di Allah", concludono in coro i sequestratori. »(Pino Scaccia, 9 gennaio 2006, descrivendo il filmato dell'uccisione di Fabrizio Quattrocchi)