MARCO PICCOLO

EDITORIALE DELLA NOTTE, FILOSOFIA. CULTURA, SCIENZA, PSICOLOGIA, ESSERE, NON ESSERE, NULLA, FINE ULTIMO, ELUCUBRAZIONI


L'EDITORIALE DELLA NOTTEAVVERTENZA IMPORTANTE: QUESTO EDITORIALE E' RIVOLTO AI MIEI 25 PAZIENTI LETTORIL'ESSERE....E IL NULLA
In questo campo sotto le vesti dell'astrazione, assistiamo a un titanico, mitologico conflitto che coinvolge l'essere e il nulla. Ragionando sui principi ultimi siamo condotti sui territori di confine. A chi compete davvero questo ambito dell'originario conteso con buoni diritti sia dai filosofi sia dai teologi? Gli uni e gli altri tendono infatti a imporre la precedenza della loro posizione. Sono logiche in conflitto quelle che vengono così a confrontarsi; è cioè una logomachia quella che viene a scatenarsi. È una guerra sui principi in cui è in gioco la libertà e la sua provenienza. Naturalmente in questo caso la libertà non va pensata come l'arbitrio d'indifferenza per cui ci è dato scegliere tra due opzioni contrapposte. Essa rappresenta invece qualcosa di ben più radicale: è un corrispondere all'aprirsi abissale dell'essere a tutto il possibile, anche dunque al suo stesso nulla. Soltanto così ci è dato di pensare la libertà che non ha dunque niente a che fare con la semplice possibilità di scegliere tra opzioni diverse. La scelta originaria non riguarda infatti soltanto il mondo e il variegato spettro dell'essere, ma anche la possibilità del suo opposto, il nulla. Soltanto nel corrispondere a questo ventaglio abissale che contiene l'opposizione suprema consiste la libertà. Essa mette così capo al dono; si tratta del dono assoluto, di quella scelta fulminea per l'essere e l'esistere che non prevede retribuzione alcuna. Il discorso sull'origine si salda a questo punto a quello sulla cosa ultima. L'esser libero consiste ora nel corrispondere al dono che ci è pervenuto, e che noi infine siamo, in una pienezza completa, totale, che coincide con la voluptas, con una gioia che è insieme corporea e spirituale, dell'un mondo e dell'altro. Con ciò non ci s'incammina soltanto verso quella libertà originaria che è insieme la prima cosa e l'ultima. Bisogna compiere un passo ulteriore,in orizzontale, un passo - non ci si stupisca - politico, riconoscendo che ci troviamo qui sul terreno dell'esser insieme, della comunità. È lo sterminato panorama dell'esistenza a profilarsi in questo modo. " Questo sono io, come ogni altra cosa". Che cosa ci lega? Un vincolo analogico stabilito dalla libertà. Esso fonda nel presente la comunità futura. La scalata ai principi non è dunque senza ritorno ma è ragione della polis presente e prefigurazione di quella futura.