MARCO PICCOLO

EDITORIALE DELLA NOTTE, PENSIERI, SUGGESTIONI, RIFLESSIONI, OPINIONI, IDEE.... PER UN NUOVO GIORNO


L'EDITORIALE DELLA NOTTEATTENTI: C'E' UN NESSO TRA I GRANDI DISASTRI AMBIENTALI E LA MANIPOLAZIONE DEGLI ALIMENTI
L'uso della chimica con l'impiego di aromi, coloranti, addensanti e conservanti è nato per facilitare il lavoro culinario, per risparmiare tempo, per garantire la conservazione e la preservazione degli alimenti. Il termine “additivo” indica qualsiasi sostanza che non è un normale costituente degli alimenti e la cui aggiunta intenzionale ha uno scopo che può essere tecnologico, sensoriale e nutrizionale. Gli additivi sensoriali principali sono gli aromi che giocano un ruolo capitale nella nostra relazione con l'alimento, ne accentuano l'identità. In questo campo i prodotti sintetici, puri prodotti artificiali, sono estremamente numerosi e certo non raccomandabili dal punto di vista salutistico. Il proliferare di prodotti tossici è impressionante, gli alimenti sono diventati più attraenti, più appetibili, più facili da conservare, ma l'eccesso di additivi costituisce il pericolo alimentare più grave. L'uso degli aromi e degli esaltatori del gusto rappresenta tecniche di condizionamento dei consumatori alle quali occorre contrapporre un “movimento di resistenza”. Se si apprezza solo il dolce eccessivo delle creme, il grasso salato delle patatine fritte, il pane insipido e molliccio e se non si è più in grado di gustare l'amaro, il formaggio stagionato, il profumo del pane del forno a legna, la verdura di stagione, si è disposti a subire tutti i condizionamenti intellettuali e fisici, s'è perso una fetta di libertà. Sul fronte dell'inquinamento dell'ambiente la situazione è diventata un vero e proprio bollettino di guerra. All'onda di petrolio che si infrange sulle coste americane distruggendo ogni forma di flora e di fauna, si contrappone la macchia di prodotti chimici che entrano nel lento e maestoso Danubio. Nel nostro immaginario il Danubio evoca un ambiente carico di suggestioni e vedere in televisione inforcare cumuli di pesci asfissiati è uno spettacolo che mette rabbia e malinconia. Eppure c'è un nesso tra questi disastri ambientali e la sistematica manipolazione degli alimenti, un filo conduttore che unisce queste cronache di quotidiana follia. Il suo nome è sacro ed intoccabile, si chiama profitto: è spesso arrogante e senza regole, dice di lavorare per il benessere dell'umanità e anche contro la fame. Accondiscendere sempre ai suoi desiderata senza affermare la primogenitura del bene comune ci porterà nostro malgrado verso questa antica profezia indiana: “Quando l'ultimo albero sarà abbattuto l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce catturato, soltanto allora ci accorgeremo che i soldi non si possono mangiare”.