LA RIFLESSIONE 8.000 EURO, UNA RICOMPENSA PER IL MARTIRIO
Ormai sembra invalso l'uso di denominare "martiri" quei volontari che seminano terrore e si danno la morte esattamente mentre la disseminano attorno a sé. E che qualcosa di pseudomistico giri tra questi soggetti dev'essere vero. Se è vero per esempio che, in una lettera indirizzata alla mamma di un kamikaze, di questi si legge: ".... qui tutti lo ammirano e lo invidiano. Tutti dicono che l'hanno sognato di notte". E il sognare di notte una persona conosciuta segna la riprova che questa è nel novero degli eroi e, appunto, dei "martiri". I cattolici sono quasi costretti a verificare l'uso di questo termine come se il fenomeno della persecuzione colpisse questi infelici che, invece, a loro modo provocano una persecuzione. I martiri della fede cristiana subivano violenza, accettano perfino la morte: non infliggevano però né violenza, né morte. Cattivo uso del termine martire applicato ai due casi. Per i violenti islamici si fanno collette clandestine anche nelle sinagoghe. Per sostenere questi suicidi-omicidi che servono alla "causa". Essi guadagnano 8000 euro quale ricompensa per il loro "martirio". Molto triste.