MARCO PICCOLO

RIFLESSIONI, PENSIERI, IDEE, MALE, BENE, TECNOLOGIE, SOCIETA', GLOBALIZZAZIONE, PSICOLOGIA, FILOSOFIA, CULTURA,


LA RIFLESSIONE  IL MALE NELLA SOCIETA' DELLA TECNICA:  SEMPRE PIU' BANALE, SEMPRE PIU' GLOBALE  
Il Novecento è stato il secolo del  male assoluto. Oggi, nuove psicopatologie, nuove malattie sociali, la pedofilia, la violenza domestica e non,  ma anche l'impoverimento progressivo dei popoli,  la disoccupazione, la crisi economico-finanziaria offrono nuove forme di male. Vissute in modo parossistico alcune, altre rimosse del tutto. Così, passato presente e futuro, bene e male, giusto e ingiusto: tutto si fa indifferente nell'età della tecnica e dei media, tanto è tutto uguale. La tecnica ci deresponsabilizza riducendoci a suoi funzionari. L'uniformità ci mette in uniforme. E chi è “funzionario”, sempre giustifica la propria condotta con l'ordine  a cui deve obbedire. Il male radicale, il male banale ha molto a che fare con la riduzione degli uomini a esseri assolutamente superflui, ad autentiche cose. Il male si fa banale e ciascuno compie il suo male quotidiano normalmente. La globalizzazione crea nuove povertà. Ci si educa alla leggerezza vivendo nello specchio della televisione. Persino la paura (come la libertà) si privatizza. Un male banale che spesso procura piacere (siamo attenti al Nasdaq, ma disattenti agli indici della nuova povertà). Cos'è dunque il male? Il male “è assolutamente utile alla viziosa organizzazione di questo universo”, diceva il marchese de Sade - e cose simili sosteneva nella “Favola delle api” Mandeville. Sarebbe assai imbarazzante se i fatti dessero loro ragione.