MARCO PICCOLO

STORIE, STORIELLE, STORIACCE, CRIMINOLOGIA, PSICOLOGIA FORENSE, NATASCHA KAMPUSCH, AUSTRIA, VITA, OSSESSIONE VERGINITA'


Caso Kampusch: il rapitore voleva sposare una vergine
L’ha rapita perché non riusciva a trovare una donna e voleva sposarla, per essere sicuro di avere una moglie vergine. Sarebbe stato questo il motivo che nel 1998 indusse Wolfgang Priklopil a rapire all’età di 10 anni Natascha Kampusch, riuscita poi a fuggire nel 2006 al suo rapitore, che poche ore dopo si suicidò gettandosi sotto un treno. Un caso che ancora scuote l’Austria.
Il settimanale News pubblica oggi alcune rivelazioni contenute nell’interrogatorio del migliore amico del rapitore, Ernst H., che dal 30 agosto dovrà rispondere davanti ai giudici di Vienna di favoreggiamento nel sequestro della ragazza. Dopo la fuga di Natascha dalla casa prigione in cui era rimasta segregata per otto anni, Ernst H. caricò nella sua auto Priklopil, che prima di scendere per andare a suicidarsi gli avrebbe fatto le sue ultime confessioni. Il rapimento di Natascha sarebbe avvenuto in quanto Priklopil era sempre stato ossessionato dal suo naso ricurvo, la cui bruttezza a suo avviso non gli aveva mai permesso di avere una donna. Secondo il racconto dell’amico, a metà degli anni `90 Priklopil aveva pensato di «sottoporsi ad un’operazione di chirurgia plastica al naso», ma poi aveva preferito investire la somma necessaria all’operazione «nella costruzione di un bunker», allo scopo di «rinchiudervi prigioniero un essere femminile da rapire e di cui fare in seguito la sua partner». Nel verbale Ernst H. aggiunge che alla fine la scelta di Priklopil era caduta su una ragazzina, poichè voleva avere «solo una ragazza illibata». Prima della fuga di Natascha, il suo rapitore sarebbe stato sul punto di falsificare i documenti in modo da riuscire a sposarla. Al processo che sta per iniziare a fine mese l’amico di Priklopil rischia una condanna fino a due anni di reclusione per aver favorito la fuga del rapitore di Natascha.