MARCO PICCOLO

EDITORIALE DELLA NOTTE, VITA, MALINCONIA, ESSERE, DIVENIRE, NULLA, METAFISICA, FILOSOFIA, PSICOLOGIA, PIPPO_217


POST DEDICATO AL MIO AMICO PIPPO_217 (vedi)L'ESSERE, IL NULLA, IL DIVENIRE...
Quando si può percorrere con lo sguardo una distesa di brughiera, o intravedere dietro un sipario di alberi la guglia lontana di una chiesa di paese, sembra sempre che la vita valga la pena di essere vissuta, sino alla morte. In una certa disposizione dello spirito facilitata dall'aria aperta, camminare al ritmo di sei, sette chilometri l'ora, giungere a un torrente cristallino, farvi il bagno, poi riprendere la strada, rinfrancati, sembra una ricompensa sufficiente in sè. Ma intanto l'attività incessante dell'immaginazione vagabonda procura realmente allo spirito, con una generosità ininterrotta, altre più nobili ricompense; così la fine della giornata arriva nella gioia e si attende l'indomani con rinnovato zelo. In città invece non si può mai dimenticare la tragedia immanente; l'emozione inconsulta, le pene della vita cercate o subite, e l'anima che si vende per niente. Il sentimento si arricchisce con l'esperienza; diventa più profondo e più morale a mano a mano che matura il giudizio, ma nell'essenza rimane lo stesso. La stessa emozione che si impadroniva di me, bambina, davanti a certe vie e certe case, m'invade ora alla vista di tragedie puerili e di vite sacrificate alla bruttezza e alla mediocrità. I bambini non capiscono, il loro senso morale non è formato; a differenza dell'adulto, non cercano la ragione del colpo che hanno ricevuto; si limitano a riceverlo, si fanno piccoli piccoli, contemplano affascinati e rimuginano la sensazione nella memoria. È possibile che tutto il processo che consiste nel moralizzare la sensazione sia un dolce errore, e che noi ingrovigliamo e snaturiamo quel che abbiamo ricevuto all'origine in tutta la sua purezza. Questo misto inverosimile di attrazione e disgusto, sentimenti l'uno e l'altro estremi, l'uno e l'altro da incubo, questo uragano improvviso di cupa malinconia che invade tutto ha forse (o forse no) un rapporto necessario con questi pensieri. Sono forse (o forse no) i sintomi di un'avversione morale o estetica. Quel che è certo comunque è che il processo di crescita di un individuo avviene grazie a una sintesi progressiva che egli compie di se stesso. Accomuna arbitrariamente sensazioni indipendenti cui dà un'etichetta, e che riferisce a un'origine comune. La barca risulta così più maneggevole, ed è meno faticoso condurla in porto.