MARCO PICCOLO

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SI IMPICCA A 12 ANNI: NON SOPPORTAVA PIU' IL "MALE DI VIVERE"
 IL FATTO DI CRONACA: (ANSA, 2 ORE FA) - BERGAMO, 2 SET - Un ragazzo di 12 anni si è tolto la vita a Mornico (Bergamo) dopo un rimprovero dei genitori per questioni apparentemente irrilevanti. A trovare il corpo del ragazzino è stata proprio la mamma. Il dodicenne si è chiuso nella sua camera e si è ucciso appendendosi a una corda. Viene descritto come sensibile, estroverso, senza particolari problemi scolastici o relazionali.Appena si è diffusa la tristissima notizia, attorno alla famiglia, stimata e ben voluta, si è subito stretta l'intera comunità di Mornico in un abbraccio corale, fatto di silenzio e di preghiera. Uno dei primi a portare conforto è stato il parroco don Angelo OldratiIL MIO COMMENTO:NESSUNO sembra disprezzare così tanto la vita come gli adolescenti. Nessuno soffre così tanto il mal di vivere come i giovani. Agli adulti, molti dei quali mantengono dentro di sè una immagine dell'adolescenza come il periodo più bello dell'intera esistenza, senza più ricordarne i problemi, sembra un paradosso. Eppure il maggior numero di suicidi o di tentati suicidi, avviene proprio negli anni dell'adolescenza o della prima giovinezza. Certo è molto difficile accettarlo, ma in qualche modo si può arrivare a comprendere il rifiuto di vivere, se ci si pone nell'ottica adolescenziale. Molti ragazzi avvertono infatti la vita come una fatica improba, di cui non vedono il senso. Talvolta poi, un insieme di circostanze concomitanti fanno sì che i pensieri negativi sottostanti, già ricacciati e quasi dimenticati, siano risvegliati di colpo, in modo drammatico, da un evento improvviso, a sua volta negativo, che sul momento appare insormontabile. È allora che ci si sente schiacciati dalla fatica di vivere, e si sceglie il suicidio. In certi casi può accadere anche che il suicidio sia solo una dimostrazione esasperata che va tuttavia oltre i limiti voluti. Quando accade che un ragazzo tenti il suicidio o davvero arrivi a uccidersi, tutti i genitori si pongono domande angosciose, e cercano risposte rassicuranti. Non si conoscono però metodi educativi tali da rassicurare davvero i genitori. Non esiste uno schema standardizzato di interazione genitore-figlio che non crei incertezze e dia garanzie. D'altronde oggigiorno è anche troppo facile trovare genitori comprensivi, pronti ad accontentare in tutti i modi i propri figli, a prevenire ogni loro desiderio. Ma neppure questo modello di educazione può dirsi soddisfacente. Mostrarsi troppo accondiscendenti, come accade oggi a molti genitori, può essere tanto errato quanto lo era un tempo il suo opposto, cioè essere troppo autoritari. E del resto, mentre un tempo la maggior responsabilità circa l'educazione delle nuove generazioni era di pertinenza dei genitori, oggi bambini e adolescenti sentono maggiormente l'influenza di altre persone e altre agenzie. E il mestiere di padre e madre non è forse mai stato così difficile.