MARCO PICCOLO

RIFLESSIONI, PENSIERI, SUGGESTIONI, COSTUME, MODA, FEMMINISMO, FEMMINILE, PIEDI, TACCHI, EMANCIPAZIONE FEMMINILE, UOMO, DONNA,


LA RIFLESSIONE Ondeggiare sui tacchi come sul ponte del Titanic
Finite le tette in libertà, tramontati i mocassini college, le timberland e gli anfibi unisex, seppelliti i moncler e i bomber, cancellato il minimalismo. A tornare, a far parlare di sè, a unire? dividere? in appassionate discussioni planetarie ecco invece i tacchi alti. Corsi e ricorsi storici, ci insegnavano al liceo, ma riferendosi forse a qualcos'altro. I tacchi alti, però, assai più degli altri revenant, fanno parte del patrimonio storico femminile. Generazioni e generazioni di bambine si sono allenate alla professione di donna saccheggiando le scarpiere delle madri e scalpicciando poi rumorosamente per casa: ogni tanto franavano giù, ma avevano ossa morbide, non si facevano un gran male, al massimo una stortina, sanabile con un impiastro domestico, chiara d'uovo sbattuta. I tacchi di adesso però sono altra cosa e l'apprendistato infantile non basta più a scansare l'intervento dell'ortopedico: i tacchi di adesso sono perlopiù di metallo, acuminati stiletti al titanio di 12, 14, anche 16 centimetri, su cui si ondeggia come sul ponte del Titanic dopo l'impatto fatale con l'iceberg. Soltanto le più accorte, quelle che hanno fatto un preventivo training guidato o autogestito, riescono a non stramazzare. Però però... Il tacco alto è una tortura deliziosamente appagante, perchè snellisce caviglie e polpacci, regala verticalità principesche, stimola fantasie erotiche. Vedendoti su quei tacchi lui immagina di salvarti spalancando le braccia oppure fantastica di giarrettiere occultate sotto la gonna e magari anche di frustini nascosti nella borsetta. Il tacco alto altissimo trampolesco seppellisce il femminismo e risuscita - forse - la femminilità, nella sua ambigua versione postmoderna.