MARCO PICCOLO

LA NOTIZIA CURIOSA DEL GIORNO, CHEERLEADERS ITALIANE, SCUOLE CON CHEERLEADERS, CONI, DONNE PENSANTI


Le cheerleaders nelle scuole italianeSaranno 700 gli istituti dove nasceranno squadre di ragazze che faranno i tifo con pon pon e balli per i loro compagni impegnati in altri sport
Non chiamatele ragazze pon ponperché loro sostengono di essere tutt’altro. Si chiamano cheerleaders, sono le squadre che - sull’onda di quanto avviene negli Stati Uniti - guidano il tifo, lo stimolano, lo incitano con numeri di danza e sport acrobatico. Uno sport, insomma, con una vera federazione affiliata al Coni, che sta per sbarcare in 700 scuole italiane ma che sta scatenando polemiche e malumori.Ne sanno qualcosa a Bologna dove il comune ha deciso di offrire agli studenti delle superiori corsi gratuiti di diversi sport «meno conosciuti e presenti sui media» fra cui per l’appunto il cheerleading. L’idea è stata presentata dal comune come un modo per salvare almeno le attività sportive dai drastici tagli di fondi alle scuole e per offrire uno sport che non provochi «ansia da prestazione agonistica» e rispondere al bisogno di «muoversi in gruppo» proprio dell’adolescenza. E’ stata accolta da una letteraccia firmata da un gruppo molto attivo che risponde al nome di «Donne Pensanti» che ha provocato una valanga di proteste in rete e un bel problema per il comune di Bologna.«Nelle scuole italiane mancano sedie, banchi, rotoli di carta igienica, ore di sostegno per i bambini disabili», avvertono le Donne Pensanti. E, poi: «L’Italia è il Paese europeo in cui le donne sono maggiormente relegate a bordo campo in politica, in televisione e nel contesto professionale: siamo sicuri che promuovere un corso da cheerleader non possa contribuire a mantenere granitico il modello femminile che viene proposto da ogni parte?». E, quindi, concludono: «Ne avevamo davvero bisogno?»«Questo è uno sport che diverte, genuino, e in cui esiste un fortissimo senso di squadra. Non richiede che le ragazze siano belle o brutte, prevede soltanto che tutte insieme portino il sorriso, la gioia e compongano figure più o meno difficili a seconda che facciano parte di team di cheerdance o di cheer acrobatico», spiega Riccardo Cavalieri, presidente della Federazione italiana cheerleading. Ma, soprattutto, ricorda, proprio come negli Stati Uniti, è un vero e proprio sport «che racchiude ginnastica artistica e ritmica, danza, coreografia, teatralità». «Siamo iscritti al Coni e possiamo contare su uno staff tecnico di atlete ai massimi livelli e nelle scuole c’è bisogno di un’alternativa alla pallavolo che in genere viene proposta alle ragazze», spiega.