MARCO PICCOLO

PERDENTI, POVERI INFELICI, ER PATATA, ER PECORA, CAFONE INTERNAUTA, VENTRE MOLLE DELLA COMMUNITY,


L'INTERNAUTA CAFONE IN SINTESI
Le condotte tipiche degli internauti cafoni non si imparano, nè si cancellano, sono un marchio indelebile. Stanno nel ''core'' e nel fegato. Prima che al linguaggio appartengono ai modi, più che con la morale hanno a che fare con la genetica.  Si tratta di  poveri infelici «linguacciuti attaccabrighe».Tracciare gli elementi fondanti dell'internauta cafone sembrerebbe facile. E forse lo è, finchè ci si limita a modi, linguaggio, forma, obiettivi...  Ma quando si tratta di darne una valutazione psico-sociale o sub-clinica, la faccenda si complica. Le vite del  cafone, sebbene diverse tra loro, sono accomunate dal senso di malinconia e da un sentimento di sconfitta che ne scaturisce, riprendendo in questo certi personaggi di  Verdone e di altri registi che bene hanno rappresentato al cinema  il "coatto", "er Piotta",  "er Cipolla", e così via fino alle maschere di Sordi,  di Vanzina, di Monicelli, di Germi e di tanti altri.Il cafone internauta non conosce netiquette, non si dà pace, esibisce le sue miserie "no limits"  e, se può, ti perseguita.  Di sicuro la lotta alla riduzione della stupidità, della volgarità e delle imponenti molestie in internet (CYBERSTALKING)  è una delle sfide più ardue di questo inizio del terzo millennio.Anche gli stessi cafoni potrebbero, prima o poi, prenderne atto. E’ francamente improbabile, ma la speranza è sempre l'ultima a morire. Anche in  web.