MARCO PICCOLO

EDITORIALE DELLA NOTTE, COMMEMORAZIONE, ALDA MERINI, POESIA, CULTURA, MANICOMI, PSICHIATRIA, MIO RICORDO


L'EDITORIALE DELLA NOTTECopyright © by PsicologiaforenseALDA MERINI Poetessa e Scrittrice italiana  (Milano, 21 marzo 1931 – 1º novembre 2009)  ALDA MERINI POETESSA GENEROSACantava  gli umili e gli emarginati, ma con un calore e un'umanità unici nell'arido mondo di oggi 
 ALDA MERINI è morta un anno fa. Era la Poetessa  degli ultimi, degli emarginati, degli esclusi, coi quali la letteratura ha sempre qualcosa in comune. Ma anche l'interprete d'una condizione umana e letteraria che, in Italia, aspira a una sua dignità, soprattutto se vista dalla parte d'una donna innamorata della vita e di ciò che le dà un senso, l'amore e la pietà verso gli ultimi, gli infelici. Nel dire di sè, ne "La pazza della porta accanto", aveva scritto lucidamente: «Ciò che il poeta chiede alla società  è di avere un posto qualsiasi nella vita e, guarda caso, un posto coerente». La Merini ha confermato questa sua coerenza con l'esempio di tutta una vita dedita agli altri, con generosità, e lo ha fatto anche nella sua conclusione, nel momento estremo della morte, poichè il suo cuore ha cessato di battere proprio nel primo giorno di novembre, il mese non soltanto dei Morti nell'accezione più larga del termine ma anche e soprattutto dei Morti Poeti. In novembre infatti hanno concluso il loro viaggio terreno anche Pier Paolo Pasolini, Leonardo Sciascia, Michele Prisco e Benedetto Croce. «Sono una piccola ape furibonda. Mi piace cambiare di colore. Mi piace di cambiare di misura». Sono queste le parole che Alda Merini, aveva scelto per la home page del suo sito ufficiale, accanto ad una immagine molto intensa, in bianco e nero, con l'immancabile sigaretta in mano e la altrettanto inseparabile collana di perle al collo. Del resto, in questo mettere insieme regole borghesi e trasgressione era l'anima della sua opera dolorosa, segnata dall'esperienza della follia e del disagio fisico ed economico, in un ventennale entrare e uscire da ospedali psichiatrici tra gli anni Sessanta e Settanta. «Sono molto irrequieta quando mi legano allo spazio», scriveva in una componimento intitolato "Poesia" e la sua instabilità si traduceva in versi ad altissima intensità emotiva, spesso erotica, sin a partire dai primi componimenti, semplici, lineari, di pochi versi.Era nata a Milano nel marzo del 1931, ed aveva iniziato a comporre le prime liriche giovanissima, ad appena 16 anni quando subito incontrò il favore dei suoi illustri lettori. La prima raccolta di poesie "La presenza di Orfeo", pubblicata nel 1953, ebbe subito un grande successo. Nel 1965 viene internata al manicomio Paolo Pini dal quale uscirà solo nel '72 a parte brevi periodi a casa nel corso dei quali nasceranno le sue quattro figlie. Una vita, e un'opera, nell'alternanza tra lucidità e follia che troveranno sintesi somma in quello che è considerato il suo capolavoro, "La Terra Santa" che le è valso, nel 1993, il Premio Librex-Guggenheim "Eugenio Montale" per la Poesia. «La verità è sempre quella - scriveva - la cattiveria degli uomini che ti abbassa/e ti costruisce un santuario di odio dietro la porta socchiusa».