MARCO PICCOLO

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TESTI E PRETESTIHITLER, GANDHI... IO E TANTI ALTRI BLOGGER
Diversi in tutto, Gandhi e Hitler propugnavano entrambi la "dieta VEGETARIANA". L'artefice dell'indipendenza indiana cresce in una setta rigidamente vegetariana della casta Bania nello Stato del Gujarat ed  é lui che riporta il rifiuto di mangiare la carne in patria  sdegnando i modelli alimentali occidentalizzanti frutto del colonialismo britannico. Il vegetarianesimo diventa la prima battaglia politica del giovane Gandhi durante gli anni degli studi londinesi, perché identifica in questa scelta alimentare un possibile ponte culturale fra Occidente ed Oriente. Nella capitale dell'Impero che opprime l'India Gandhi trova infatti proprio nella «Vegetarian Society» un luogo dove si sente uguale agli altri, portatore di valori condivisi ed accettati dai non-indù. Hitler spinge il nazismo verso il vegetarianismo attraverso un'altra strada: la convinzione che per purificare la razza umana dalle contaminazioni subite nel corso dell'evoluzione bisogna recuperare quella che nel Mein Kampf definisce la «forza ecologica». Questa forse é una verità scomoda per i vegetariani ma non cala dubbio che Hitler  fosse vegetariano, Himmler riteneva che esserlo allungasse la vita e Goebbels si confessava attirato dalla tesi secondo cui le scimmie da cui discendiamo erano e sono strettamente vegetariane. Sintetizzato tutto ciò  forse  devo spiegare il motivo per cui ho scelto di esserlo. L'argomento più forte contro il consumo di carne è che somma il rispetto nei confronti degli animali alla tutela dell'ambiente, ovvero l'interesse degli esseri umani come dimostra il fatto che le foreste dell'Amazzonia vengono distrutte per fare spazio a coltivazioni di semi di soia utilizzati per alimentare bovini e suini destinati a finire sui piatti dei benestanti consumatori occidentali e cinesi.