MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE DELLA SERA,


DELITTO MEREDITH KERCHER: GIUSTIZIA ITALIANA NON COLPEVOLE
La sentenza di Perugia che ha condannato Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l'omicidio volontario della studentessa inglese Meredith Kercher ha destato molto scalpore al di qua e al di là dell'oceano anche per la cittadinanza straniera di due imputati e della vittima. In America molti giornali, ma anche esperti e politici, hanno vivacemente criticato la condanna, e qualcuno ha perfino insinuato che nella pronuncia ci sia una sorta di livore anti-americano. La stessa sentenza, come è normale che sia,  è stata invece lodata, apprezzata e applaudita in Inghilterra Paese natale della vittima. La povera Meredith è stata letteralmente trucidata da più persone in modo orribile e i soli presenti sulla scena risultano  Sollecito, Knox  e Rudy Guede, già condannato anch'egli in un diverso processo. Il sistema e la cultura americana sono sicuramente ammirevoli e da tenere sempre a esempio, specie nei contesti di impostazione liberale, ma  ogni paese di salda tradizione giuridica (il nostro lo è al di là di ogni possibile contestazione) trova nelle sue regole e nelle sue prassi quel giusto equilibrio tra l'esigenza di repressione e di tutela dell'innocenza che lo porta ad esprimersi nel modo più appropriato di fronte alle manifestazioni criminose. Il caso di Meredith Kercher, assassinata senza pietà e in un modo orribile, è stato trattato con equilibrio e senza eccessi (non dimentichiamo che proprio la Knox aveva confessato in questura, e che dell'atto non si è tenuto alcun conto per l'assenza del difensore e che inoltre la ragazza,  per scampare alla condanna, non ha esitato ad accusare del delitto un innocente che fortunatamente aveva la disponibilità di un alibi di ferro). Le prove quindi non mancavano né gli imputati erano agnellini. L'accusa non era un mero teorema dialettico né la Corte era un plotone di esecuzione, come dimostrano le attenuanti generiche accordate forse al di là del dovuto. Insomma, l'America va sicuramente ammirata, ma non è un buon motivo per disprezzare la nostra giustizia che fa in generale e sa fare il suo dovere (i suoi problemi gravissimi, come è noto, sono altri, non questi).