MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE DELLA SERA, BIMBI IN TRAPPOLA,TRADITI... FIGLI NOSTRI, ADDIO PETER PAN, PENSIERO DEBOLE, RELATIVISMO,


LA RIFLESSIONE DELLA SERABIMBI IN TRAPPOLA, BIMBI TRADITI...  BIMBI FIGLI NOSTRI
 Colpa del «pensiero debole», come sostiene la filosofia contemporanea; del relativismo, come suggerisce Papa Benedetto XVI? Chi ha creato una generazione di «bimbi» in trappola? Bimbi che vivono in «branco», rubano, si ubriacano, si drogano, fanno sesso nei bagni delle discoteche, talvolta anche a pagamento. Bimbi che «sballano». Bimbi ostili, aggressivi, cinici, esibizionisti, viziosi e viziati, chiusi nei confronti del cosiddetto mondo «normale», che ai loro occhi appare statico e privo di attrattive. Il mondo degli adulti-genitori, figure sbiadite, oberate dal lavoro e da molteplici ossessioni. I protagonisti sono preadolescenti che trasfigurano la realtà quotidiana per vivere una doppia vita, una vita più seducente, una metamorfosi che si compie il sabato pomeriggio quando, indisturbati, si defilano da casa per recarsi nella discoteca pomeridiana, gestita da adolescenti. Per apparire più grandi le ragazzine si truccano il viso vistosamente, si spogliano degli abiti da teen agers e indossano, su corpi acerbi e ossuti, quelli versione disco: tacchi vertiginosi, minigonne inguinali, reggiseno di velo, perizomi.  I ragazzini le guardano, le filmano e le fotografano con i cellulari. L'identità collettiva soffoca quella individuale, chi non si allinea alle leggi del «branco» appare «fuori», «fallito», perché solo il branco possiede il segreto del vivere. Si indossa un'altra identità, si trasmuta in bulli, cubiste, lolite. Per ballare e sballare. Poi ci si ricambia d'abito, si rientra a casa, l'indomani si andrà a scuola. Ma anche a casa si continua a vivere in un mondo fatuo e inautentico, in un tempo scandito dai programmi televisivi  "spazzatura" e dall'utilizzo improprio di Internet. Difficile presagire il futuro di questa generazione di Peter Pan al contrario, al momento si può solo fotografare questa sconcertante realtà e meditare su una loro considerazione: «I grandi ti vedono senza guardarti, ti sentono senza ascoltarti, ti parlano senza sapere mai le cose».