MARCO PICCOLO

CASO YARA, PIU' PASSA IL TEMPO, PIU' LA VERITA' SI ALLONTANA


 Il caso Yara resta senza il "mostro"Il gip scarcera il marocchinoIndagini nel caos. Cadono gli indizi nei confronti del marocchino arrestato: intercettazioni sbagliate. Il marocchino è innocente. Il corpo ancora non si trova.
Era successo il 21 febbraio del 2001 a Novi Ligure con Erika e Omar che dopo aver trucidato mamma e fratellino di lei avevano dato la colpa agli albanesi. Era successo anche il 12 dicembre del 2006 con la strage di Erba quando i giornali non si fecero scrupolo di sbattere lo straniero in prima pagina (Azouz Marzouk, marito e padre di due delle vittime) senza che vi fosse una prova certa. Ora ci risiamo. Yara è stata uccisa da un marocchino, tutti ne erano certi. È stato lui, il bastardo che lavorava nel cantiere a due passi dalla palestra, che stava scappando sulla nave. E allora via con i cartelli, con la legge del taglione. E invece no. Hanno sbagliato mostro e le indagini devo ripartire da zero. Intanto Yara ancora non si trova. Le unità cinofile se ne sono andate, forse torneranno  per riprendere la caccia al mostro, quello vero. I cartelli razzisti non ci sono più e su Brembate, è ripresa a scendere la neve. Che nasconde indizi, tracce, odori. Ma non la vergogna di chi ha gridato al mostro troppo presto. Di chi forse dovrà chiedere perdono a Mohammed Fikri e cancellare la scritta "marocchini fuori da Bergamo" perché la nuova pista porta verso due italiani. Tutti dovremmo chiedere scusa. Perché abbiamo creduto alla solita verità che viene da fuori e così fa meno male. Dovremmo chiedere scusa soprattutto ai genitori di Yara che in questi giorni di strazio non hanno voluto fiaccolate ma preghiere. Che sono crollati quando il comandante provinciale dei Carabinieri gli ha comunicato la notizia del fermo del giovane immigrato. Per poi dire che no, forse non era stato lui ad aver rubato la loro bambina. E che ora vorrebbero ricominciare a sperare pur di attaccarsi ancora all'illusione che Yara sia ancora viva. Un padre e una madre che meritano rispetto e non labili indizi, traduzioni sbagliate, testimoni inattendibili, furgoni bianchi e auto rosse, lettere anonime, giubbotti volanti sulla statale, e indagini affrettate. Perché l'uomo nero esiste e fa paura, ma può parlare anche italiano. Basta trovarlo e fare giustizia. Anche se più passa il tempo più sai che quella verità non avresti voluto sentirla.