MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE DELLA SERA, LINGUA, LINGUAGGI, TRADIZIONE, CULTURA, UMANITA' INTERA, BABELE, COMUNICAZIONE, PENSIERO,


LA RIFLESSIONE DELLA SERA BABELE NON C'E' PIU' Quando una lingua muore ci si scopre tutti un po' più poveri, un po' più imbelli, un po' più soli.
Al mondo scompare una lingua ogni due settimane; delle 6528 lingue attualmente parlate, metà sono in via di estinzione. Le lingue sono organismi viventi; anche per esse, dunque, valgono le leggi spietate della selezione naturale. Tra due lingue in concorrenza per l'occupazione del medesimo habitat, finirà col prevalere quella più adattativa. Ma l'immagine rassicurante di superiore saggezza suggerita da questo assioma viene tradita appena si chiarisce che “più adattativa” vuol dire soprattutto, di questi tempi, “sostenuta da una maggiore potenza economica, politica e militare”. Quando i bianchi arrivarono in Australia, nel 1788, c'erano nel nuovissimo continente almeno 250 lingue diverse; oggi non ce ne sono più di 20. Per chi, come me,  pensa che ogni lingua incarni un insostituibile e originale punto di vista sul mondo, una perdita del genere rappresenta un disastro ecologico e non ne soffre soltanto la tradizione che in quella lingua si esprimeva, ma l'umanità intera, che si vede così privata di un elemento di diversità, di fantasia, di invenzione. All'indomani di questa morte ci si scopre tutti un po' più poveri, un po' più imbelli, un po' più soli.