MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE, SCHIZOFRENIA, IL CASO CLINICO, IL GENIO DI HARVARD, DELITTI DI SANGUE, PSICOLOGIA FORENSE, MICHAEL LAUDOR


IL CASO CLINICO, PSICHIATRIA, ANTI-PSICHIATRIA, CRIMINOLOGIA, PSICOSI, SCHIZOFRENIA, TERAPIA FARMACOLOGICA, PSICOFARMACI, NEUROLETTICI, DELIRI, ALLUCINAZIONI UNA MENTE MOLTO SPECIALE  
MICHAEL LAUDOR. Un genio: così venne definito all'università di Harvard dove si  laureò col massimo dei voti. I primi sintomi della schizofrenia si  manifestarono poco dopo la laurea. Laudor vedeva fiamme ovunque, sentiva campane suonare ed era convinto che i suoi telefoni fossero spiati. Dopo otto mesi di terapie intensive in manicomio sembrava aver sconfitto la malattia ed era tornato all'università per compiere la sua nuova missione: diventare il portavoce dei malati di mente. Ce l'aveva fatta. Era diventato un simbolo nazionale. Il paladino dei malati di mente. Hollywood aveva pagato un milione e mezzo di dollari per i diritti del film sulla sua vita. E l'editore Scribner gli aveva offerto 600 mila dollari per un'autobiografia. Poi il dramma che sconvolse l'America.  Una mattina  la madre, dopo aver parlato al telefono col figlio, aveva chiamato la polizia. Qualcosa di strano era accaduto nella casa che l'uomo divideva con la sua bellissima ragazza. Gli agenti, precipitatisi nell'abitazione,  trovarono uno spettacolo agghiacciante: il corpo di Caroline Costello riverso sulla cucina, in un lago di sangue. La ragazza, in stato avanzato di gravidanza, era stata sgozzata. Laudor non aveva mai commesso in passato atti di violenza. Perchè  uccise la amatissima compagna della sua vita? Perché, senza dirlo a nessuno, aveva smesso di curarsi. Gettava i neurolettici nello sciacquone convinto che gli facessero male. Che lo ostacolassero nella sua completa realizzazione personale.