Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
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RIFLESSIONE DELLA SERA, SCENARI, PUNTEGGIATURE, COMPLESSITA' CULTURALE, BAMBINI E ADOLESCENTI NEL MONDO ATTUALE,

Post n°7941 pubblicato il 12 Giugno 2014 da psicologiaforense

Piccoli  maghi del computer e grandi campioni di videogiochi, adolescenti che si parlano chattando, condividono musica e immagini, aprono blog e si costruiscono nuove identità. La tecnologia, che per noi resta solo una risorsa, per i nostri figli è il paese in cui sono cresciuti....


NATI CON LA RETE.
LA PRIMA GENERAZIONE CRESCIUTA SU INTERNET

I cambiamenti che stanno caratterizzando il sistema culturale e sociale influiscono inevitabilmente anche sulle persone, in particolare sui giovani. Oggi le ragazze e i ragazzi conoscono, rispetto alle genera­zioni precedenti, una maggiore fragilità e una marcata crisi d'identità. Frastornati da una molteplicità di modelli e di stili di vita, i giovani faticano a costruire quelle sicurezze indispensabili per crescere con una certa serenità. Questo vale per tutti i giovani, in particolare per i cosiddetti NATIVI DIGITALI, espressione utilizzata per indicare chi è cresciuto con le tecnologie informatiche (computer, internet, telefoni cellulari, MP3, ecc.). Questi adolescenti fanno un uso protesico di tutte le nuove tecno­logie e la loro esistenza si sviluppa ONLINE più che OFFLINE. Lo spazio fisico è spesso trasposto nella rete e diventa essenzialmente spazio virtuale. L’ utilizzo dei social network da parte dei ragazzi sviluppa un' attitu­dine partecipativa che alimenta un'intelligenza collettiva mai conosciuta in passato.  Inoltre, la rete determina una convergenza tra i fruitori, centrata su interessi spesso ricreativi comuni tra tutti quelli che si ritrovano a navigare sulla rete stessa.  Internet costituisce un'indubbia risorsa, ma il suo uso determina nei  giovani un livello di decrescente concentrazione, una ridotta capacità di lettura, un impoverimento del vocabolario, in quanto il web abitua allo stimolo-risposta, al copia-incolla, al tutto-subito… Chissà quando si passerà dai nativi digitali alla saggezza digitale?

 
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Commenti al Post:
maraciccia
maraciccia il 12/06/14 alle 19:18 via WEB
ahahahah..chissà.. ho cominciato a usare un computer nel 2008...
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 19:35 via WEB
La caratteristica predominante dell' epoca attuale è senza ombra di dubbio quella della cultura informatica. Infatti, l'invenzione che ha segnato in modo pervasivo il passaggio dal secondo al terzo millennio è il computer. Secondo la storia che tutti conosciamo l'evoluzione dei com¬puter è stata breve e sbrigativa. È iniziata con le enormi macchine della seconda guerra mondiale che occupavano interi laboratori. Da allora, in oltre mezzo secolo, questi «grandi cervelli» si sono evoluti in personal computer, sempre più compatti e potenti tanto da cambiare radicalmente la vita delle persone.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 19:36 via WEB
CARA MARA, come ricorderai benissimo la rivoluzione informatica che stiamo vivendo era stata preconizzata da una delle figure più lungimiranti del XX secolo, Marshall McLuhan, il quale aveva previsto la distruzione dell'idea di spazio e di tempo.
(Rispondi)
 
 
maraciccia
maraciccia il 12/06/14 alle 23:28 via WEB
comunque mi ha cambiato la vita
(Rispondi)
 
francesco19502
francesco19502 il 12/06/14 alle 19:59 via WEB
Non tutto è riconducibili a internet o al computer.
(Rispondi)
 
 
job1111
job1111 il 12/06/14 alle 20:05 via WEB
Hanno discusso questo argomento anche i Proff. JOHN PALFREY E URS GASSER e sono arrivati, tra l'altro, a queste conclusioni: I nati dopo il 1980 sono a tutti gli effetti "born digital", nativi digitali. Ciò non significa soltanto una familiarità connaturata con le mille declinazioni della tecnologia, ma una diversa percezione e visione del mondo. Come concepisce se stesso un ragazzo che può reinventarsi in mille avatar? Quali sono le nuove frontiere dello spazio privato per una generazione che pubblica on line in tempo reale ogni minimo mutamento del suo umore? Quali sono i nuovi baluardi del pudore se sul web si condividono con chiunque amicizie, nuovi amori e crisi sentimentali?
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 20:07 via WEB
Grazie davvero per questo bel commento così ben documentato:-)
(Rispondi)
 
monellaccio19
monellaccio19 il 12/06/14 alle 20:01 via WEB
Con la mia età, mi rendo conto che il tuo post potrebbe essere destinato anche a me, oltre che alla generazione giovane digitalizzata. In fondo, chi si avvicina alla rete e alla tecnologia e lo fa tardi rispetto ad altri, resta sempre penalizzato se non è capace di assorbire e conformare tutto il possibile. Eco, io mi sento un ubriaco perché forzo un blocco e lo faccio male. Cioè, usufruisco della rete, lo faccio con insistenza, eppure in piena coscienza, capisco che non sono padrone della tecnologia. La uso, ne abuso, ma sono sempre l'ultimo arrivato. In altri termini e per essere più chiaro: pago lo stesso prezzo dei giovani in termini di dipendenza, ma godo in modo inversamente proporzionale, in termini di cultura tecnologica. Insomma, fatto quel poco che riesco a fare ed è visibile a tutti, per il resto non ne so più di prima e le mie operazioni sono limitatissime. Però...scrivo! Bella soddisfazione personale! Buonasera Giuliana.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 20:12 via WEB
Tu, tecnicamente, non sei un DIGITAL NATIVE ma un DIGITAL IMMIGRANT ovvero un "migrante digitale" che ha maturato competenze più avanzate dei cosiddetti nativi!
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 20:13 via WEB
.... inoltre, di Tuo, scrivi BENISSIMO!
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 20:13 via WEB
.... alla domanda posta alla grande poetessa polacca dal giornalista Dean Murphy, se scrivesse le poesie al computer, ella rispose: "Mai al computer. Ho bisogno di avere un contatto diretto fra la testa e la mano. Non sono una persona moderna. Mi piace tirare una riga sulle cose. Sono molto vecchio stile: scrivo a penna".
(Rispondi)
 
job1111
job1111 il 12/06/14 alle 20:01 via WEB
I nativi digitali sono nati in famiglie e mi pare che anche queste sono cambiate moltissimo
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 20:17 via WEB
E' VERISSIMO!!! A questo proposito, non va dimenticato che dal 1975 è stato profondamente modificato il diritto di famiglia, che ha riconosciuto una parità genitoriale abbandonando il tradizionale principio della PATRIA POTESTÀ: La potestà genitoriale consiste nel potere-dovete esercitato congiuntamente dai genitori nell' esclusivo interesse dei figli, di educarli, istruirli e assumere decisioni che li riguardino ... Tale potestà deve essere esercitata tenendo conto delle capacità e delle inclinazioni del minore, rispettando la sua personalità, le sue aspirazioni, la sua crescita, le sue attitudini psichiche e fisiche.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 20:18 via WEB
.... Nella società «semplice», la compattezza educativa assicurava alla famiglia e alla scuola un' autosufficienza che richiedeva un impegno relativo nella formazione dei figli (da parte dei genitori) e degli alunni (da parte dei docenti). L'appartenenza a una comunità era in sé il presupposto per costruire legami identitari, in larga misura impliciti nel clima re1azionale che caratterizzava l'esistenza dei bambini negli specifici contesti di provenienza. Infatti, l'identità era legata all'appartenenza religiosa, familiare, culturale, ideologica.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 20:19 via WEB
.... oggi, invece, i confini si sono ampliati a dismisura e non c'è più la «comoda protezione» di una solida appartenenza a custodire l'identità delle persone. Tutto ciò che in passato era naturalmente garantito dalla comunità di cui si era parte, oggi va conquistato attraverso nuovi percorsi e differenti itinerari.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 12/06/14 alle 20:52 via WEB
Psicologiaforense@:Internet costituisce un'indubbia risorsa, ma il suo uso determina nei giovani un livello di decrescente concentrazione, una ridotta capacità di lettura, un impoverimento del vocabolario, in quanto il web abitua allo stimolo-risposta, al copia-incolla, al tutto-subito… Chissà quando si passerà dai nativi digitali alla saggezza digitale? *** Con questi presupposti, sembra una prospettiva alquanto lontana, ahinoi.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 21:21 via WEB
Temo di sì. Da un lato, le nuove tecnologie liberano risorse straordinarie; dall' altro abituano, però, le persone a una distanza affettiva e a un'esistenza schiacciata unicamente sul presente estremamente rischiose soprattutto per i più giovani.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 21:24 via WEB
.... genitori e docenti dovranno, pertanto, tenere nella dovuta considerazione sia le opportunità offerte dagli strumenti informatici e dalle tecnologie multimediali, che rendono praticabili l'opzione dell' accesso individuale della conoscenza, sia la «povertà» che tali mezzi esprimono se non supportati da adeguate strategie educative e didattiche
(Rispondi)
 
 
Praj
Praj il 12/06/14 alle 21:37 via WEB
Condivido le tue osservazioni Giuliana. Purtroppo, vedo un uso prevalentemente banale, superficiale, di questi potenti mezzi tecnologici da parte della maggioranza dei giovani. Speriamo che la tendenza cambi.
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 22:46 via WEB
Trovare il giusto equilibrio tra gli stili di apprendimento tipici dei contesti virtuali ed esigenze caratterizzanti un contesto formale, qual è la scuola, è sicuramente un compito impegnativo. Occorre evitare il rischio di assolutizzare approcci educativi o mitizzare le tecnologie informatiche. In particolare, nel contesto scolastico, è possibile dare spazio sia a laboratori affidati a strumenti multimediali, sia ad ambienti attrezzati in modo convenzionale.
(Rispondi)
 
sagredo58
sagredo58 il 12/06/14 alle 21:46 via WEB
Se tim interessa una disamina sui nativi digitali fatta dal punto di vista di un informatico, da questo post in poi: http://blog.libero.it/sognidigitali/11824978.html
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 22:06 via WEB
Grazie per la segnalazione:-)
(Rispondi)
 
g1b9
g1b9 il 12/06/14 alle 22:15 via WEB
Interessante questo post, l'abisso che c'è tra noi di altri tempi e i giovani, nati nel digitale, tecnologici in divenire. Penso che la parola giusta che crea quest'abisso sia " sensibilità". Loro vivono tra" coloro che sono sospesi" tra la realtà ed il virtuale , spostandosi da un luogo all'altro senza quasi rendersi conto. I ragazzi ed i giovani adulti di oggi vivono la realtà prima di fermarsi ad analizzare le emozioni, che conducono a quella realtà.
Buona notte, un abbraccio! quella realtà. Per noi era il contrario.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 22:50 via WEB
E' proprio così. Inoltre il lavoro educativo degli adulti allevanti risulta, sicuramente, molto più impegnativo nella società di oggi rispetto a quanto avveniva in passato.
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 22:51 via WEB
Anche il rapporto tra scuola e famiglia diventa decisamente più complesso. La scuola, infatti, è il luogo dove gli alunni devono sottostare a vincoli (orari, ecc.) e a regole (rispetto degli altri, degli ambienti, ecc.); la famiglia, invece, è lo spazio del soddisfacimento dei bisogni personali, dove la distinzione del ruolo tra genitori e figli tende a ridursi. Oggi la famiglia non è più ancorata alla tradizione culturale locale, ma è sempre più condizionata da una diversificazione degli stili di vita, spesso contraddittori tra loro.
(Rispondi)
 
maresogno67
maresogno67 il 12/06/14 alle 22:38 via WEB
peccato che crescono con tante illusioni virtuali...ciao. gi
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 22:55 via WEB
Ecco, appunto. La testa nella rete. le illusioni e il conflitto spiazzante tra reale e virtuale.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 22:58 via WEB
.... i nativi digitali hanno la salda convinzione di saper distinguere ciò che è reale da ciò che è virtuale. Io li sento tutti i giorni. Al contrario, la realtà virtuale prodotta dalle moderne tecnologie indicano che il limite tra realtà e immaginazione è sottile e instabile.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 23:00 via WEB
.... lo confermano con chiarezza varie forme di autoinganno, le illusioni, le allucinazioni, i sogni,ecc... che svelano il loro disagio. Fortunatamente non è così per tutti!
(Rispondi)
 
zanna1999
zanna1999 il 12/06/14 alle 23:09 via WEB
Io sto sudando stringendo in mano un cornetto rosso e la J. sta controllando i sms sul cellulare. Ti confesso che sono più “maniaca” io per quanto riguarda virtuale e lo sono da circa 5 anni. Ho imparato tutto da sola ma per le operazioni più complesse chiamo lei in aiuto. Vero, la sua generazione il digitale lo ha nel sangue… buon proseguimento della serata ,cara :-)
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 23:32 via WEB
hanno assegnato un rigore che non c'era
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/06/14 alle 23:57 via WEB
Mi spiace Natasa, ma così era scritto 3-1 . Si parlerà moltissimo di questa partita!
(Rispondi)
 
fran6319
fran6319 il 15/06/14 alle 16:37 via WEB
Questo che riporto è un tuo commento ad un post di un altro blogger che mi sono "appuntata":Un ulteriore spunto di riflessione su versante parallelo. L'aumento esponenziale delle sollecitazioni, a cui il "virtuale" sottopone l'individuo, lo mette in condizione di "soccombere". Alla fine egli rinunzia a discernere e selezionare i diversi stimoli, integrandoli in un quadro coerente. Si limita, allora, ad affastellare alla rinfusa esperienze, pensieri, stati d'animo, senza essere in grado di darne una valutazione critica e di farne una gerarchia. Piuttosto che raccoglierli dentro di sé, ordinandoli, è costretto ad abbandonarsi indiscriminatamente al loro flusso caotico. In questo modo, però, non soltanto la sua visione della realtà, ma anche la sua identità interiore si frantuma, ed egli diventa, pirandellianamente, «uno, nessuno, centomila». Questo il contributo del mio amico Giuseppe Savagnone in "La stella dei magi" Elledici, 2002, pp.22-23 "": l ho trovata e la trovo una immagine inquietante di quel che impedisce ai giovani di crearsi una identità serena quanto chiara; rivela l incapacità di gestire stimoli diversi piu' o meno validi o reali ,spesso in contrasto coi dictat impartiti nella prima società in cui il bambino si immerge: la famiglia, anch essa disorientata . Il ragazzo ha ,oggi, maggiori difficoltà di individuarsi e caratterizzarsi in base all indole e alle proprie inclinazioni. Se si aggiunge anche il Selfi, nella forma anche peggiorativa, le relazioni che si instaurano saranno difficoltose quanto non esaustive : quanto erano belli i ritrovi in cortile e inventare se stessi !!Complimenti per i temi sempre interessanti:) Francesca.
(Rispondi)
 
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