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Post n°3250 pubblicato il 21 Novembre 2009 da psicologiaforense
METASTASI NELLE METROPOLI Osserviamo il mappamondo. Localizziamo le guerre in corso in territori a noi lontani. Parliamo di sottosviluppo, non-contemporaneità, fondamentalismo. Questa lotta incomprensibile sembra svolgersi a grande distanza. Ma si tratta di un'illusione. In realtà la guerra civile ha già fatto da tempo il suo ingresso nelle metropoli. Le sue metastasi sono parte integrante della vita quotidiana delle grandi città, e questo non solo a Lima e Johannesburg, Bombay e Rio, ma anche a Parigi e Berlino, Detroit e Birmingham, Milano e Amburgo. I suoi protagonisti non sono soltanto terroristi e agenti segreti, mafiosi e skinhead, trafficanti di droga e squadroni della morte, neonazisti e vigilantes, ma anche cittadini insospettabili che all'improvviso si trasformano in hooligan, incendiari, pazzi omicidi, serial-killer. E questi mutanti, come nelle guerre africane, sono sempre più giovani. La nostra è pura illusione se crediamo davvero che regni la pace soltanto perchè possiamo ancora scendere a comprarci il pane senza cadere sotto il fuoco dei cecchini. La guerra civile non viene dall'esterno, non è un virus importato, bensì un processo endogeno. All'inizio è sempre una minoranza a fomentarla; probabilmente basta che una persona su cento la sostenga per rendere impossibile ogni convivenza civile. Le nostre guerre civili, finora, non hanno contagiato le masse: sono guerre molecolari. Ma possono comunque, come dimostra il caso della rivolta di Los Angeles, scatenarsi in qualsiasi momento raggiungendo dimensioni incalcolabili. Fonte: Hans Magnus Enzensberger (1994), Prospettive sulla guerra civile, Einaudi
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