Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
finchè vita non vi separi
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Contatta l'autore

Nickname: psicologiaforense
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 62
Prov: PD
 

umorismo e satira

 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

 

 
« IL FUTURO SOTTO IL SEGNO...TUTTI I GOSSIP PIÙ INFAM... »

Padova, 13enne tolto ai genitori, è troppo effemminato, polemiche in tutta Europa

Post n°8934 pubblicato il 10 Gennaio 2017 da psicologiaforense

Polemiche infuocate  per una decisione del Tribunale dei minorenni veneto, che ha tolto un 13enne alla custodia della madre. La notizia, riferita dal Mattino di Padova, riguarda un caso di separazione con conflittualità esasperata tra coniugi  che si trascina da anni, e che ha origine con un'accusa di abusi sessuali sul ragazzino da parte del padre. L'uomo è stato assolto e il bambino  affidato a una comunità diurna.

Qui i responsabili notano, qualche mese fa,  che il 13enne «tende in tutti i modi ad affermare che è diverso e ostenta atteggiamenti effeminati in modo provocatorio», come si legge nella relazione dei servizi sociali. Il Tribunale  decide quindi che l'adolescente deve essere allontanato definitivamente dalla madre, in quanto «il suo mondo affettivo risulta legato quasi esclusivamente a figure femminili e la relazione con la madre appare connotata da aspetti di dipendenza, soprattutto riferendosi a relazioni diadiche con conseguente difficoltà di identificazione sessuale».


APPROFONDIMENTI E DETTAGLI

Questa che raccontiamo è una storia sbagliata. Una storia in cui tutti hanno torto e nessuno ha ragione. È sbagliata perché togliere la potestà genitoriale a una madre è comunque una sconfitta. È sbagliata perché un bambino conteso tra due genitori avrà comunque un’infanzia infelice. Ed è sbagliata anche perché pensare che «il mondo interno» di un ragazzino di 13 anni abbia bisogno di un «percorso di revisione» solo perché è effeminato appare molto distante dal diritto al «pieno sviluppo della persona umana» sancito dalla Costituzione, anche se è scritto in un decreto del tribunale per i minori di Venezia.

La storia di Marco. Per i giudici Marco (un nome di fantasia, ndr) deve essere trasferito in una comunità lontano da casa. Perché? «Perché i servizi sociali sostengono che i suoi atteggiamenti effeminati sono addebitabili alla mamma e alle sorelle, visto che le sue figure di riferimento sono solo femminili», sostiene l’avvocato della madre, Francesco Miraglia, un legale molto noto esperto di diritto di famiglia, che vanta partecipazioni televisive, premi e convegni in tutta Italia.

La storia di Marco però è molto complessa. La madre ha denunciato il padre per abusi sessuali. Il processo si conclude con un assoluzione per insufficienza di prove («Anche se nella sentenza si dice che non si ha motivo di dubitare dei fatti raccontanti dal bambino», sostiene l’avvocato). La procura di Padova ricorre in appello.

La madre però viene indicata dai servizi sociali come la responsabile del «comportamento oppositivo» di Marco nei confronti del padre, che non vuole più incontrare. Il tribunale per i minori emette dunque un primo provvedimento di allontanamento: Marco va in una comunità diurna ogni giorno dalle 7 alle 19. I responsabili della comunità notano gli atteggiamenti effeminati di Marco, li segnalano ai servizi sociali che a loro volta fanno una relazione al tribunale per i minori. Nasce così il secondo provvedimento dei giudici che hanno convocato i genitori in udienza la prossima settimana.

Il decreto del tribunale. È proprio su questo secondo decreto del tribunale, che dichiara «entrambi i genitori decaduti dalla responsabilità genitoriale», che nascono i dubbi della madre e del legale. La relazione dei servizi sociali parla di «problematiche relazionali profonde e segnali di disagio psichico» di vario tipo. Poi il passaggio più contestato: «Il suo mondo affettivo risultava legato quasi esclusivamente a figure femminili e la relazione con la madre appariva connotata da aspetti di dipendenza, soprattutto riferendosi a relazioni diadiche con conseguente difficoltà di identificazione sessuale, tanto che in alcune occasioni era andato a scuola con gli occhi truccati, lo smalto sulle unghie e brillantini sul viso. Emergeva poi un forte conflitto di lealtà con la madre». In realtà la donna contesta questo episodio: «È successo in terza elementare per una festa di Holloween – racconta – In ogni caso per me anche se fosse omosessuale non sarebbe certo un problema». Le relazioni dei servizi sociali però continuano a tratteggiare Marco come un bambino con un «disturbo di personalità»: «Nella relazione con i pari e gli adulti è aggressivo, provocatorio, maleducato, tende a fare l’eccentrico. Tende in tutti i modi ad affermare che è diverso e ostenta atteggiamenti effeminati in modo provocatorio», si legge nel decreto. Da qui la decisione del tribunale, che si allinea ai “consigli” dei servizi sociali, sulla «necessità di permettere a Marco un funzionamento differenziato rispetto a quello materno e di avere uno spazio che gli consenta di incontrare i suoi pensieri ed i suoi desideri con conseguente percorso di revisione del suo mondo interno così come oggi lo percepisce».

Rischio discriminazioni. Un provvedimento, quello del tribunale, che l’avvocato Miraglia contesta in modo forte con l’argomento della discriminazione: «Trovo scandalosa la decisione di allontanare un ragazzino solo per l’ atteggiamento effeminato. Mi sembra un provvedimento di pura discriminazione», afferma. Ma il rischio segnalato dal legale è che il decreto possa portare a situazioni peggiori: «Non sappiamo quale sia l’orientamento sessuale di Marco. Ma il problema ancora più grave è che non esistono comunità che possano accogliere un ragazzino che potrebbe essere omosessuale – afferma l’avvocato – E se arriva con la nomea di essere omosessuale? Non rischiamo di trasformarlo in un ragazzino a rischio suicidio? A me sembra una vicenda di una gravità inaudita». «Non possiamo accettare che possa essere discriminato dal tribunale – conclude Miraglia – E poi vogliamo sollecitare anche le associazioni. Perché qui c’è una mamma che ha la forza di venire fuori, ma ci sono molti altri casi in cui famiglie e minori si trovano ad essere discriminati da chi dovrebbe tutelarli: non è accettabile».

L’ultima parola è quella dei giudici, che proveranno ad aggiustare questa storia. Anche se forse le parole giuste sono quelle di chi una «storia sbagliata» l’ha messa in musica: «Cos’altro vi serve da queste vite ora che il cielo al centro le ha colpite, ora che il cielo ai bordi le ha scolpite» (dal MATTINO DI PADOVA)

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Commenti al Post:
geishaxcaso
geishaxcaso il 10/01/17 alle 17:10 via WEB
avevo letto anch'io su libero questa notizia, ma mi sembrerebbe - ad occhio e croce - che non si tratta di eccessiva effeminatezza quanto di probabile plagio da parte della figura materna... è una sconfitta togliere un figlio alla madre come tu dici, ma se questa madre non è capace di crescerlo rispettandone l'affettività e la sensibilità (in senso lato e non solo dell'orientamento sessuale), penso che sia giusto allontanarla.....
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 10/01/17 alle 18:08 via WEB
Fortunatamente non mi hanno assegnato questo caso....
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 10/01/17 alle 18:10 via WEB
Non ho visto gli atti di causa ma mi sembra chsia uno di quei casi in cui i coniugi anziché attivarsi responsabilmente per risolvere i problemi comuni finiscono con l'impegnare tutte le loro energie psicologiche ed economiche nella lotta reciproca con il palese intento di prevalere e conseguentemente di punire il proprio partner. Questo desiderio di rivalsa dell'uno sull'altro trova la sua concreta espressione nella conduzione di una lunga e dura battaglia legale che immancabilmente ha per oggetto i figli ed i beni materiali.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 10/01/17 alle 18:11 via WEB
..... In questo habitat si muovono il giudice, gli avvocati, gli psicologi, i mediatori familiari, i servizi sociali, tutte figure queste che oggi sempre più spesso si riuniscono al capezzale di un matrimonio fallito con il dichiarato proposito di individuare quale sia nel caso l'esclusivo interesse del minore e ciò allo scopo di evidenziarlo e di tutelarlo il più compiutamente possibile. Alla fine il distillato dell'incontro-scontro di tutte queste figure finisce nelle mani del giudice che é istituzionalmente il supremo interprete e il supremo garante degli interessi del minore.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 10/01/17 alle 18:20 via WEB
Questa è una vicenda che si trascina da molti anni per cui Marco, ostaggio indifeso nella guerra tra genitori, oggi sarà un "bambino incompiuto" (e un futuro adulto con problemi multipli) che presenta disarmonie di sviluppo psicologico rilevanti e gravi.
(Rispondi)
 
 
geishaxcaso
geishaxcaso il 10/01/17 alle 22:28 via WEB
genitori che si fanno la guerra sulla pelle dei figli non meritano di essere genitori... personalmente auguro a Marco di incontrare sulla sua strada altre persone che lo aiutino davvero a crescere e a superare, per quello che si può, queste esperienze traumatiche.... d'altra parte ci sono anche tante persone - figlie di coppie non separate e apparentemente normali - che vivono comunque esperienze tristi e brutte, partorire un figlio, diventare padre, non significa necessariamente saper amare e diventare genitore....
(Rispondi)
 
Chalumeau
Chalumeau il 10/01/17 alle 21:07 via WEB
Questo significa, presumibilmente, che sul tavolo del giudice sono giunti documenti e prove a dir poco sconcertanti, tali da giustificare il provvedimento in favore del ragazzo (perché è questo, sempre, lo scopo ultimo).
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 10/01/17 alle 22:03 via WEB
Sì, l'unico fine del suo operare è "l'esclusivo interesse del minore"
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 10/01/17 alle 22:20 via WEB
Mi sembra un po' poco..per togliere un figlio a una madre..
(Rispondi)
 
diogene51
diogene51 il 11/01/17 alle 23:15 via WEB
A me sembra che gli attori di questa vicenda (parlo degli attori giuridici) abbiano delle opinioni da psicologia televisiva (cioè i concetti più banali e indimostrati che sempre vengono propalati sui canali televisivi). Mi sembra un poco assurdo che un bambino, cresciuto in un ambiente di sole donne, debba per forza assumere atteggiamenti effeminati. Forse è più possibile che alla base ci siano le violenze, non dimostrate, ma forse reali, del padre. Togliere la patria potestà mi sembra eccessivo, si poteva forse studiare l'affido temporaneo. A meno che la privazione della patria potestà (che oggi credo si chiami responsabilità) non sia legata solo all'atteggiamento che dici tu, al fatto che i coniugi impiegassero tutta la loro energia a combattersi e non a risolvere i problemi del figlio. Che è una situazione diffusa e fatale, che conosco bene, anche per triste (parziale) esperienza personale.
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963