Scherzo o Follia?

I DETTI DELLA NONNA ...


Rieccomi qui, dopo una settimana intensissima di lavoro (ormai siete più che assuefatti alle mie "fughe lavorative"!). Anche il lavoro, però, può essere una fonte di idee considerevole, a volte anche più dei fatti di cronaca, soprattutto se questa ha a che fare con le vicende da soap opera di terza serie, come quella di Veronica e Silvio.Ma dove eravamo rimasti? Ah sì, alle idee. L'altro giorno, conversando con un amico-collega, abbiamo rievocato i detti e i modi di dire delle nostre nonne e subito me ne sono venuti in mente alcuni, che vorrei condividere con voi. In rigoroso dialetto milanese, ecco a voi un essenziale ma efficace e, soprattutto, colorito repertorio della mia nonna Angelina, la quale, totalmente ignara del fatto che certe sue espressioni avrebbero poi avuto un effetto deleterio sulla sua vivace nipotina (che sarei io), allietava la mia verde età con queste pittoresche pillole di saggezza:- ma và a cagà sul fil del telefun, intendendo con esso non certo il filo di casa nostra ma quello sostenuto dai tralicci. Questa cosa me la dceva sempre quando era arrabbiata con me, cioè quasi sempre ...- ti te set amalada sotta ai cavei, colorito modo per esprimere sin da allora tutte le sue perplessità sul mio stato di salute mentale (sei malata sotto i capelli, ovverossia sei matta da legare!)- ndèm, ndèm, prima che ciapen el me cu per un garage. Questa la diceva tutte le volte che attraversavamo la strada e mi faceva letteralmente scompisciare dal ridere ... (andiamo, andiamo, prima che confondano il mio sedere per un garage)- e per concludere ... ou mangià, ou bevù, mè sciupà la pel del cu, per dire che aveva esagerato a tavola ... ho avuto anch'io la tentazione di usare questa espressione con Erminio, che è il nickname che ho attribuito al mio dietologo, ma per una volta nella vita mi sono controllata ... e credo di aver fatto bene!E voi, cosa mi dite? Avete avuto anche voi una vecchietta arzilla per casa che ve la raccontava su in questo modo?