Scherzo o Follia?

LA DONNA E' MOBILE


Nel post precedente abbiamo ampiamente dibattuto sulla mia figura stile Album completo della Panini in metropolitana. Dovete sapere che non sono affatto nuova a questo genere di situazioni a dir poco raccapriccianti, la maggior parte delle quali sono legate al mio uso sconsiderato dei mezzi di trasporto.Nonostante la presenza invadente del Maggiordomo (sia lodato sempre il suo nome!), in realtà ho da sempre avuto un buon rapporto con il movimento: praticavo sport agonistico, mi sposto spesso per lavoro, sono di Mantova come Virgilio, al chè voi direte che cavolo ci azzecca ed io, dall'alto della mia somma sapienza, vi risponderò che Mantova viene definita, per la sua continua espansione topografica, città eraclitea (Panta Rei, che non è una marca di mutande) e che insomma quando vi dico questo ve lo dico come se fossi Virgilio in persona e poi basta perchè si sta uscendo dal seminario ... volevo dire, dal seminato ... e quindi uffa e punto, perchè si va senza tema fuori tema. PUNTO! (questo . non è un punto, direbbero i surrealisti ...).Dicevo: il mio rapporto con il movimento è buono, oserei dire quasi discreto, per non spingermi sulla sufficienza piena; con i mezzi di trasporto un po' meno.
Prima cosa, non guido! Non perchè non sia dotata del mezzo, non perchè non possieda il documento che attesti che sono patentata (che non è un caso che si chiami patente), ma perchè sono quasi totalmente priva della capacità di intendere, volere e, soprattutto, frenare! Tra le mie numerose perle automobilistiche, ve ne racconto una che vi convincerà.Milano, ridicolo incrocio tra due vie ultrasecondarie, Morton0 ha dalla sua un bel semaforo verde e procede, lentamente ma regolarmente, inserendo la freccia di svolta a destra. E' il grande momento di girare, affronto con grande sicurezza questa iperbole di curva, talmente fiera di me che mi allargo, mi allargo e ancora, sempre più e così bene che di più non si può. Guardo davanti a me (fino a quel momento non lo avevo fatto ...) e mi compare improvvisamente il volto di un uomo disperato e impotente, con entrambe le mani ben affondate nei capelli (suoi, non miei ...). Poi un
crash, un sonoro e fumettistico gran bel crash. Qualcuno più tardi mi ha spiegato la dinamica o, per meglio dire, la statica dei fatti: un tragicomico frontale, che ha visto come protagonisti una piccola autovettura, la mia, sfrecciante alla satanica velocità di 20 Km all'ora, e un Ducato statuariamente fermo al semaforo (era molto rosso, il suo semaforo, forse anche troppo!). La cosa sconcertante, che ha reso ancora più caricaturale l'accaduto, è che per tutto il tempo ho avuto ben chiaro il quadro della situazione, di quello che stava succedendo e di come sarebbe andata a finire. Armata di questa titanica consapevolezza di colpa extraviaria, me ne sono guardata bene dal tornare a scuola guida, ho appeso il volante al chiodo e, sorretta da uno spasmodico bisogno di scavare dentro, mi sono rivolta allo psicologo di turno. Ecco il responso, da perfetto ortodosso freudiano: trattasi di un chiaro tentativo, a base inconscia, di simulazione dell'atto sessuale, fondata su un desiderio così pressante da ricercare il coito con un Grande e Potente Mezzo, simbolicamente rappresentato dallo statuario Ducato. Della serie, almeno nella fantasia, porca alla grande e fino in fondo!!! Ho ringraziato, ovviamente pagato, e sono passata direttamente ai mezzi pubblici, sognando un approccio fisico con un treno ... Ma questa è altra storia ... Ogni cosa a suo tempo, come disse il letargico orologio del prode Romano