Scherzo o Follia?

QUANDO LA TORTURA E' SPETTACOLO ...!!!


In queste pagine e altrove mi sono più volte indignata di fronte alle notizie che ci sono pervenute sulle torture attuate a Guantanamo, torture che sopprimono l'uomo in quanto persona, massacrandone la sua identità fisica e spirituale. Analogamente, sono rimasta sconcertata all'idea che un pupazzo "umano" potesse essere usato come attrazione per spettacolarizzare e monetizzare la morte su sedia elettrica (qui). Purtroppo sono ancora qui, non certo a raccogliere perle nel fiume, ma a far tristemente scivolare nuove agghiaccianti news, come se fossero grane di un unico, ineluttabile rosario. Cambia l'ambientazione, ma la scena rimane più o meno invariata. Coney Island, isola in prossimità di Brooklyn, in uno dei tanti bar del parco giochi si inscena, per la modica somma di un dollaro, un interrogatorio tipo, simile a quelli attuati nel carcere di Guantanamo, che prevede l'applicazione della tecnica del waterboarding, da tutti (ma non alla Casa Bianca) considerata una delle forme più efferate di tortura (Waterboard Thrill Ride). Essa consiste nell'introdurre, ad una persona fatta sdraiare su un piano inclinato a testa in giù e con un asciugamano sul volto, un potente gettito d'acqua, procurando una netta sensazione di annegamento e reazioni convulsive ripetute. Tutto questo ad un robot, sotto gli occhi di tutti. Steve Powers, artista alternativo nonché titolare del bar-palcoscenico, dichiara che il suo intento è quello di far riflettere sulle atrocità della tortura e preannuncia che a breve si sottoporrà lui stesso ad un simile trattamento. Ora, a prima vista non sembra che le intenzioni del nostro siano paragonabili a quelle del giostraio di Idroscalo. Ma, aldilà del fine più o meno "nobile", ci si domanda ancora una volta come mai secondo alcuni le coscienze, per destarsi da questo sonno profondo che le attanaglia, debbano passare necessariamente attraverso lo show business (perché, comunque, anche qui si paga ...). Perché lo shock visivo, che come ben sappiamo può suscitare reazioni diversissime da persona a persona e non necessariamente in linea con quelle desiderate da chi ha prodotto tutto ciò, non può lasciare il posto al potere riflessivo della parola, la più potente arma di cui l'uomo dispone per smuovere le anime assopite? Gandhi e Martin Luther King hanno forse avuto bisogno di appagare la gente con la visione fulminea, con flash mediatici o, peggio ancora, con shock emozionali di questo tipo? A cosa serve rappresentare, Mister Powers, se poi non si pensa, non si parla, non si decide, non si combatte? La sua rappresentazione sarà "realistica"? Probabilmente in parte sì, sicuramente avrà modo di sperimentare la violenza fisica della cosa ... Ma non si dimentichi che lei sarà lì quasi come un "robot", per "gioco", per quanto nobile e socialmente utile ... Lei non verrà sfiorato minimamente dal terrore di non rialzarsi più, perché lei ha un grande Potere dalla sua parte, mister Powers ... quello di sapere cosa succederà! Perché la vera tortura è questa: sentire di non potercela più fare, di non ritornare mai più nel mondo dei vivi, ma non sapere ancora, nell'atrocità di un dolore che sembra congelato in un'immobile eternità, se le ombre dei morti verranno a prenderci per portarci via ... Smettiamola di “giocare”, per favore, smettiamola una volta per tutte!!!