Scherzo o Follia?

"SI E' SPENTA LA TV" ...


Pochi giorni fa mi sono imbattuta in un titolo scritto a caratteri cubitali in uno dei giornali gratuiti che si trovano in metropolitana, titolo che recitava così: "si è spenta la televisione". Come dire che con la morte di Mike finisce, in maniera irreversibile, un pezzo di storia d'Italia.Che la TV si stesse spegnendo da un po' di tempo, ancor prima della triste dipartita del nostro, lo si era percepito da una chiara serie di rantoli: programmi trash, contenitori di spettacolo di pessimo gusto, reality show ove regna incontrastata l'esaltazione della stupidità, dibattiti televisivi al vetriolo ma vuoti di contenuti ...A prescindere dai giudizi di valore, peraltro soggettivi e comunque rispettosi nei confronti di chi si appassiona per questi spettacoli, sarebbe utile soffermarsi un attimo a riflettere su cosa è realmente cambiato nella TV di oggi rispetto a quella di ieri.La televisione di ieri, quella di Mike ma anche di Corrado, di Raimondo Vianello e dell'indimenticabile Enzo Tortora, era una magica valigia di miti portatili, fatta di presentatori onnipresenti e tuttofare che, con i loro modi garbati e con la loro morale borghese, rappresentavano un efficace concentrato di tutti i bisogni, i valori, le speranze, le delusioni, i sogni dell'italiano medio. Non miti lontani e patinati, presi a prestito dalla celluloide d'oltre oceano, ma persone vicine a noi, con la loro immediatezza e il loro modo semplice di parlare alla gente. Per dirla alla Eco, non dei supermen ma degli everymen, persone di tutti i giorni.Oggi i miti sono stati frantumati e assumono le sembianze di "nobili" decaduti che vanno su un'isola o in una fattoria alla ricerca delle ultime briciole di notorietà, oppure di volti anonimi che la visibilità la rincorrono esibendosi in una casa ed esposti al nostro Grande Occhio.La TV di un tempo era anche la TV dell'attesa, dei rituali anticipatori, del prepararsi emotivamente al grande avvenimento, che puntualmente andava in onda all'ora X del giorno Y. Che si trattasse dello sbarco sulla luna, di Rischiatutto o del Festival di Sanremo, quella era la televisione che faceva del tempo il suo punto di forza, a differenza di oggi dove tutto viene inghiottito nel grande magma del format, che conserva la sua serata clou, ma che vive soprattutto delle molte "code" in fasce orarie diverse, spalmandosi in modo indifferenziato e tentacolare in tutti i momenti della nostra quotidianità.Infine, quella TV faceva sentire vicini, aggregava, diventava motivo e stimolo di conversazione: nei luoghi di ritrovo, ma anche sui mezzi pubblici o per telefono. Nata con Mike nei bar, la scatola magica sapeva catturare l'attenzione di tutti, senza incatenarla nell'ebetismo passivo da anestesia totale, ma, anzi, contribuendo a creare una comunità di discorso (quale grande espressione antesignana del blog ...!) difficilmente riscontrabile ora. Tutti vedevano la stessa cosa, tutti, nel bene o nel male, fruivano di un unico messaggio, a differenza di oggi, dove la frammentazione dei palinsesti, delle offerte e dei servizi (TV digitale, pay per view, pacchetti televisivi) portano le persone ad avere ognuno il proprio programma, in una sorta di Babele di contenuti e di lingue diverseMiti che si sgretolano, rituali che si dissolvono, spazi di comunicazione che si annullano, in TV ma anche fuori dalla TV ... eh si, caro Mike, dopo di te tante cose si stanno spegnendo ...!