inconscia...mente

Sul dire "singolare", o di "massa"...


E' strano verificare con insistenza, quanto il linguaggio si adegui alle modalità di vita del momento...molti usano la perifrasi "piuttosto che", con molta facilità, per indicare un dubbio, una "svista", mentre il reale significato è solo quello di esclusione di una possibilità rispetto all'altra, di presa di posizione, rispetto ad una scelta che non comporta una possibilità "dualistica", nelle azioni della vita quotidiana...o, altro esempio, utilizzare la particella "we" (che, in questa forma, sembra la prima persona plurale, in inglese, dei pronomi personali, "noi") in luogo di un ben più preciso (ed italiano) "uè", che starebbe ad indicare una esclamazione di "presenza", di "risveglio", di richiamo, verso un'altra persona, apparentemente distratta, o, meglio, assente...ciò, che a parer mio resta sconfortante, è come il linguaggio, da modalità di comunicazione interpersonale, seppur con le sue singolarità "proprietarie", diventi l'ennesimo strumento di uniformazione, di adeguamento del singolo al senso impersonale di massa, che elimina del tutto, la possibilità di poter significare qualcosa per qualcuno, in maniera autonoma e obiettiva. Su ciò che poi, nel linguaggio, ha introdotto l'uso dei cellulari, con gli sms, magari, mi soffermerò un'altra volta.