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BILL BRANDT : paesaggi di donna.


Bill Brandt nasce ad Amburgo nel 1904 da padre inglese e madre russo-tedesca. Studia a Vienna dove ha modo d’incontrare l’élite culturale del tempo, fra cui Ezra Pound, attraverso il quale conoscerà Man Ray e di cui diventerà assistente a Parigi. Presso il celebre fotografo e artista rimane solo tre mesi, durante i quali non arricchisce il suo bagaglio professionale di nuove nozioni, ma riceve piuttosto un fortissimo impulso creativo. L’influenza di Man Ray si manifesta nel metodo di lavoro e nello spirito di osservazione che non nella forma, nella tecnica o nei concetti. Prima di trasferirsi definitivamente a Londra nel 1931 vive appieno la Parigi surrealista dalla quale eredita quella percezione del mondo inteso come rappresentazione di qualcos' altro, come manifestazione di stati interiori individuali, una realtà che ha senso solo perché testimonia un’altra realtà, più profonda e più vera. Avranno il loro peso sulla sua formazione anche i film "Un chien andalou" di Luis Buñuel  e "L’âge d’or" di Salvador Dalì. La produzione di Brandt è multiforme, si è abilmente distinto nel reportage e nel paesaggio, ma la produzione per il quale è noto è quella del ritratto e del nudo.La sua lunga carriera copre un cinquantennio, nel corso del quale egli muta il suo stile, restando però sempre coerentemente legato ai principi ideologici ed estetici ai quali aderisce in giovane età, entrando in contatto col Surrealismo attraverso Man Ray ed attraverso riviste importanti come "Littérature" e "La Révolution Surréaliste". La fotografia di Brandt vuole essere espressione, comunicazione, non testimonianza. L'autore opera sempre con perizia guidando lo sguardo dello spettatore esattamente dove desidera. Utilizzando mezzi tecnici nuovi per l’epoca come il flash, che usa d’appoggio alla luce ambiente, e la Rolleiflex, una reflex biottica che sceglie per la maneggevolezza del formato (5,7 x 5,7) adatto ai tagli in sede di stampa e all’accurato lavoro di camera oscura cui si dedica personalmente. Nel corso degli anni Trenta, non si discosta troppo dai canoni di stampa convenzionali, che richiedevano una piena leggibilità dell’immagine ed un’estesa gradazione di toni di grigio, ma in seguito preferirà l’interpretazione più espressionistica d’un bianco e nero dai forti contrasti, e non esiterà neppure a "rifinire" le foto con poco ortodossi ritocchi a penna.La continua esigenza di guardare il mondo con occhi sempre nuovi, lo porta successivamente ad acquistare una Kodak di grande formato con obiettivo grandangolare e lo spinge gradualmente a dedicarsi a tutt’altro.A questo punto della sua carriera, l’impronta del surrealismo diventa più chiaramente manifesta anche al livello estetico e formale.Sono i nudi l’espressione matura di una nuova e più intrigante visione di Bill Brandt, laddove forma e contenuto trovano una perfetta fusione. La sua inquadratura è rigorosa come l’architettura di un edificio, particolari di corpi fotografati a distanza ravvicinata, spesso in contrapposizione ad ambienti arredati con pochi elementi oppure inseriti in un paesaggio aspro e spoglio, in cui il corpo viene assorbito dalla natura. E’ così che fianchi e gambe appaiono come colline, gomiti come rocce appuntite, forme che regnano sovrane tanto da divenire unico soggetto incombente, grandioso e magnifico che lascia lo spettatore disorientato.I suoi nudi non sono un gioco ottico e di forme fine a se stesso; né un punto d’arrivo definito, ma un’infaticabile ricerca che si evolverà fino agli ultimi anni di vita dell’autore. Affermando la propria libertà creativa, scrive: "La Fotografia non ha regole. Non è uno sport. E’ il risultato che conta, non come lo si è ottenuto"..:: aSTEROideNOTE.....il COMMENTI è una sorta di libro delle visite.... segnati se hai visitato la mostra....