pensieri sparsi

Post N° 6

Solitari Salici..poesia dedicata ad un mio caro amico..

Freddi viali
percorsi da solitari salici
piangenti ascoltano
le mie urla
gioia dolore
amore incontenuto...
amore non ricambiato.

Post N° 5

Invidio gli uomini in certi momenti del mese..ma essere donna ha i suoi gran vantaggi!

Post N° 4

Visto che sono rimasta a secco e il distributore vicino a casa mia non ha più nemmeno una goccia di benzina sono costretta a rimanere fino a tardi in ufficio..di questo ringrazio calorosamente le menti geniali del nostro bel governo che non si presentano alle riunioni dei trasportatori e che quindi se ne fregano di noi poveri diavoli e ringrazio con tutto il cuore quel simpatico ministro dei trasporti che afferma di andare in bicicletta e che dovrebero mettere gli autovelox ogni 50 metri..dopo queste affermazioni sono veramente rincuorata di vivere in questo paese..

Post N° 3

Matrimonio al castello

Ecco il castello di Vincigliata, ecco un bellissmo sabato di settembre, ecco i due sposi.
Nadia è più bella del solito, molto classica nei tratti e oggi nel vestito bianco con strascico di metri, le damigelle al vento. Riccardo, alto e magro, occhi scintillanti, è un tight grigio perla che adora di lontano lei. Un'avvocata e un imprenditore edile, un bell' ccoppiamento.
Ci saranno centoventi, centotrenta invitati. Nello scorrere lento del sole ancora estivo verso la cena brindisi, caffè, risate, tartelettes varie e sigarette.
Il centinaio di ospiti si sollazza nel modo solito a queste situazioni, sorrisi e chiacchiere, presentazioni e inviti per il futuro, nuove storie che germinano fra le panchine di pietra nel verde toscano.
Verso le cinque e mezzo un sussurro, occhiate in tralice che si ramificano in tutto il giardino, nel porticato, nelle sale: ci sono delle mendicanti!
Se le avessero viste alla stazione centrale, o per le vie buone di Firenze nessuno si sarebbe stupito granché, ma l'essere lì, alla festa della purezza e dell'agio e del divertimento e del futuro, questo li interdiva assai. Stonavano con i profumi francesi.
Brusco richiamo al portiere che, se lo sentiva, fra sé bestemmia e replica che le due donne hanno sostenuto di essere state invitate, e sono entrate e basta.
La gente si apre come un filone di pane sotto il coltello a sega, la sposa le guarda, ancora incerta se essere incazzata o lasciar perdere, una bella elemosina e via. Lo sposo va, novello cavaliere, incontro al destino.
E si ferma. E guarda in cerca di aiuto Fabrizio, suo amico da sempre, invitato caro.
il quale semhra ricordarsi qualcosa di urgente, volta il culo e se ne va dentro al castello.
Le due mendicanti sfoggiano espadrillas arrotolate sotto il calcagno sporco, una ha in braccio un bambino dal viso impolverato, sorridono con la mandibola. Quella con le gambe corte, più alta, legnosamente addobbata con stracci di indefinibile viola, si avvicina alla sposa e la saluta miagolando cercando il contatto. L'altra, grossa e goffa, dalla sua fruit piena di macchie sorride come un sarago.
Nadia non nasconde un fremito, il maquillage perfetto non tollererà che la Nanda si avvicini oltre, il suo cervello gira in tondo.
C'è un notevole silenzio, tutti aspettano lo scioglimento. Annusano, sottovento, odore di carogna.
Nemmeno Riccardo riesce a spiccicare parola. Fare finta di niente? Di non conoscerla? L'altra è solo una comparsa, ma la prima la conosce, ha cagato in terra almeno due volte di fronte a lui e altri amici, era quella che al mare, tutte le altre in topless, diceva che non aveva mica nulla da vergognarsi, e teneva solo il sopra del bikini, peraltro inutile.
La ex di Fabrizio, in ostaggio un figlio.
Arriva la cavalleria, il padre dello sposo dalle mani callose su cui la mattina ha dovuto spalmare una crema Dior. Con quelle dita dure prende le dame cenciose sotto il braccio, e recitando alla grande una democratica sorpresa le conduce a bere qualcosa al tavolo più lontano. Le intrattiene con decisione, gli sguardi delle due rivolte sempre agli sposi, occhi assetati di riflettori.
Conoscendo i suoi polli, infido contro l'infida, il fine giustifica gesuiticamente i mezzi, nota casualmente che il bambino sembra respirare male, fischia, diciamolo pure. Gambacorta sospende la scansione dei nemici, e una metamorfosi apparente si dispiega sul praticello all'inglese.
Baraonda, grida, Fabrizio si è tappato le orecchie col jazz, un taxi sollecitamente chiamato e prepagato dal capostipite. Così l'acqua del mar rosso si chiude sulla faglia della bellezza e della pura festa.
Rimane un lieve odore di muffa, presto disperso nei pini dal vento.
Le espressioni tornano come si deve, la vendetta dell'indifferenza viene giurata.
Fabrizio esce, noncurante, un'oliva nera inforchettata.

Post N° 2

All'inizio tutto è bello.
Poi tutto si complica.
Poi tutto si aggrava.
Poi tutto sembra perduto.
È in quel momento,
proprio in quel momento,
che qualcuno alzerà la testa
verso il cielo e
gridera a squarciagola:
"Le aquile! Arrivano le aquile!"
E la fine è meglio dell'inizio.
È un'eucatastrofe!

Post N° 1

Un saluto cordiale a tutti i visitatori di questo neo blog!