punto sul rosso

Démarrer


Oggi i tram viaggiano più leggeri, tutta la città è più leggera: l’aria respira le nuvole pure; gli aerei volano bassi come sopra una distesa salata e tranquilla; e quasi sento odore di casa. È un ricordo ad occhi chiusi, un ricordo sgrossato e pulito: un cuore di foglie tenere e croccanti.Gli aerei volano bassi sopra un mare di nostalgie.Volare è un gioco, ho pensato quando mi sono trovata sopra le nuvole e l’unica luce possibile era il bianco accecante del cielo che così bianco non avevo mai visto. E il gioco è rappresentazione, reviviscenza e reminiscenza, ma solo se il gioco ha un cuore vitale, solo se chi gioca è pronto ad accettare la morte come parte del gioco, anzi, come sua nutrice.  La creazione è solo all’apparenza vita che scaccia la morte; la creazione è vita solo se ingloba la morte, solo se fa della morte la sua alleata. Ogni morte ha in sé un germe. Ogni idea nuova ha in sé la stratificazione di cadaveri di idee. La vita concima la vita con la morte.Divora la fine della tua relazione, così esorto la mia amica dai capelli biondo cenere che mi ha parlato di sé con accento francese. Parliamo davanti a due vassoi di carta con resti di soia e semi di zucca: lei ha i capelli raccolti con due ciuffi che le lambiscono le guance, ed un collo cortese che non denuncia la sua vera età.È come galleggiare: non devi far altro che assecondare il moto naturale del mare, far fede nella matematica perfezione del tuo corpo una volta privato della gabbia della tua mente. Ricorda che quando pensi, sbagli. Se ti sorprendi a pensare, fai un salto in alto, più in alto che puoi, oppure prendi la tua gamba più pigra e tendila a infinito. Ecco, sì, prova a sentirlo, l’infinito: sentirai dapprima una vertigine poi una stretta al petto come se il tuo busto venisse compresso tra due soli, il tuo pube vorrà precipitare in basso, le tue orbite schizzare in alto, ma tutto questo sarà naturale e tu sarai tornata finalmente sughero. Non è facile, non è facile non pensare quando il pensare è un confortante girare in tondo, è una ripetizione che conosciamo, un moto tanto inutile quanto rassicurante. Se il pensiero ti rassicura, gettalo via, non è un buon pensiero. Se al contrario, ti fa cadere la fica sul pavimento, tienilo: hai inglobato la morte e l’hai usata come concime, un concime naturale, organicamente perfetto.La mia amica ha il seno palpitante e mi guarda intensamente ma il suo occhio mi attraversa per andare a toccare nostalgie sue, che io non conosco. Ha le labbra ben disegnate, anche a fine pasto, e anche il riempimento ha tenuto: una tinta rosa pallido colora le sue labbra sofficemente adagiate l’una sull’altra. Ne seguo il contorno e finisco il mio discorso.Lascia andare e lasciati andare, ma non farti fuorviare dall’uso comune di queste parole: diffida in generale dell’uso comune perché è un uso inconsapevole.E’ ora di andare. Ci alziamo, dopo aver deglutito l’ultimo sorso di tisana. Lei è contenta: di aver assaggiato la cucina vegana, o solo di aver scoperto un nuovo posto dove soddisfare le sue curiosità. Si dice molto curiosa, sempre intenta a fiutare nell’aria, col suo naso francese. Prima di uscire compra una confezione di tè verde e un barattolo di miele.Il tram affollato ci accompagna per un tratto, poi ci separa. Lei mi abbraccia e mi sorride vispa; scendo e la saluto dalla banchina prima di rincorrere il mio autobus per casa.Salgo, mi aggrappo alla prima maniglia libera e mi lascio dondolare.Chissà se sono riuscita a spiegarmi col discorso del volo del pube e del sughero. Ma poi smetto di chiedermelo, amica mia, spero solo che tu possa ritrovare la tua creatività e riconoscere l’apporto della morte senza che essa ti spaventi. Senza che i tuoi sogni ti spaventino. Quei sogni notturni simili ad incubi, che tu chiami rivelatori. Quei sogni pieni di tasche vuote, il cui pensiero ti fa dannare e girare in tondo. Allora tu, pronta, alza la gamba, tendila forte!Le tasche vuote dei tuoi sogni, e della vita, sono piene finché non ci hai messo dentro le mani. Ma, amica mia, solo i pessimi attori recitano con le mani in tasca, a meno che in tasca non ci sia una pistola.Oggi la città è immota, a parte l’aria, che solleva le tende e fa sventolare le carte; e a parte i tram, che scivolano senza attrito su rotaie ben lucidate, scivolano e non fanno fermate. Oggi, amica mia, c’è un gran silenzio di persone vacanti e la città è un grande mare.